Juan Guaidò, il presidente del Parlamento venezuelano che ha assunto mercoledì i poteri di presidente ad interim, ha detto di essere disposto a concedere un'amnistia "a tutti coloro che siano disposti a mettersi dalla parte della Costituzione per recuperare l'ordine istituzionale", compreso lo stesso Nicolas Maduro.
Gli Stati Uniti hanno ordinato ad alcuni loro diplomatici di lasciare il Venezuela per motivi di sicurezza, ma l'ambasciata Usa a Caracas resta aperta. Il presidente Nicolas Maduro ha dato ai diplomatici americani tempo fino a domenica per lasciare il Paese.
L'Unione europea - intanto - sta lavorando per preparare una 'dichiarazione comune' nella quale si chiede la convocazione rapida di elezioni in Venezuela per arginare la crisi. E' quanto si apprende da fonti a Bruxelles, secondo le quali la richiesta della convocazione del voto dovrebbe avvenire al più presto. In altre parole un ultimatum a Maduro ma anche il tentativo da parte dei 28 di sanare le fratture dopo il passo in avanti di alcuni paesi che hanno proposto di riconoscere Guaido' come presidente ad interim.
Tensione alle stelle a Caracas dopo le manifestazioni di piazza e gli eventi che hanno portato il leader dell'Assemblea nazionale Juan Guaidó a giurare da 'presidente incaricato' del Venezuela in un gesto che ha messo apertamente in discussione la legittimità di Nicolás Maduro e spaccato la comunità internazionale. Nel Paese dei due Presidenti ora regna l'incertezza e, soprattutto, lo spettro della repressione e di una dolorosa guerra civile.
"Non rinuncerò mai", ha tuonato Maduro dando dei "pagliacci" agli oppositori del governo parallelo guidato da Guaidò. Parlando alla cerimonia di apertura dell'anno giudiziario, il presidente ha quindi ribadito che "i diplomatici americani devono lasciare il Venezuela entro domenica", passate cioè le 72 ore concesse agli Usa "quando ho deciso di rompere le relazioni diplomatiche". Ovviamente, ha chiarito, "stiamo ritirando i nostri diplomatici in Usa che torneranno a casa sabato". L'obiettiva prova di forza offerta da partiti e movimenti di opposizione che hanno invaso le strade venezuelane ha parzialmente oscurato la mobilitazione, minore ma non meno agguerrita, del popolo chavista, che si è schierato attorno al palazzo di Miraflores per difendere la legittimità di Maduro. Per 48 ore la piazza è stata la vera protagonista del confronto, come dimostrano gli scontri che hanno causato negli ultimi giorni la morte di almeno 26 persone ed il ferimento di quasi 300.
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