Ogni anno decine di tonnellate
di ceneri delle cremazioni e di resti umani sono gettati nel
Gange con il risultato di aggravare l'inquinamento del fiume
sacro per milioni di induisti. Lo ha denunciato un avvocato oggi
in una memoria presentata al Tribunale verde nazionale, un
organismo giudiziario che si occupa di punire reati ambientali.
Il legale, Gaurav Kumar Bansal, cita l'esempio di Benares, la
città dei morti, dove nei due 'ghat' delle cremazioni
Harishchandra e Manikarnika, "sono bruciati circa 32 mila corpi
all'anno con l'uso di 10 mila tonnellate di legna" per le pire
funebri. La cremazioni "producono circa 300 tonnellate di ceneri
che sono buttate nel fiume e che contengono 77 tonnellate di
nitrogeno, 48 di fosforo e 6 di potassio". A questo si
aggiungono circa 200 tonnellate di resti umani che non si
dissolvono con il fuoco e i cadaveri di alcune categorie di
persone, tra cui i neonati e le donne incinte.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA