Aung San Suu Kyi sarà ministro degli Esteri della Birmania, e forse non solo. La "Signora", l'ex grande 'pasionaria' della dissidenza e premio Nobel per la Pace, alla quale la costituzione birmana impedisce di diventare presidente malgrado la travolgente vittoria elettorale del suo partito, aveva detto che sarebbe stata "al di sopra del presidente". Ma il suo coinvolgimento nel nuovo governo birmano sarà ancora più diretto: potrebbe raccogliere anche due o tre dicasteri sui 21 da distribuire fra 18 ministri nell'esecutivo formato dal presidente eletto, Htin Kyaw. E nel quale sarà anche l'unica donna.
La notizia, diffusa da diversi media nazionali ma finora senza riscontri a livello istituzionale, è stata poi confermata dal suo stesso partito, la Lega nazionale per la democrazia (Nld) e ripresa dai media, dopo che Htin Kyaw aveva confermato che San Suu Kyi era compresa nella lista del suo governo, che sarebbe stato formato in gran parte da esponenti a lei legati. Dopo il nulla osta nei prossimi giorni - una formalità - si saprà anche l'esatta attribuzione dei ministeri.
Da ministro degli Esteri, il premio Nobel per la Pace farebbe automaticamente parte del Consiglio della Difesa e della Sicurezza nazionale, una sorta di super-organo di 11 membri in gran parte militari. Ma in tal caso decadrebbe da deputata, le verrebbero precluse attività all'interno del partito, e i periodici viaggi all'estero sarebbero dispendiosi per il ruolo di "presidente di fatto" che ha sempre fatto capire di volersi ritagliare, aggirando il divieto della Costituzione per i suoi legami familiari con cittadini stranieri. Il mistero verrà probabilmente svelato ufficialmente entro questo fine settimana, e l'esecutivo entrerà in carica ufficialmente il primo aprile.
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