La Cina ha dichiarato guerra ai
campi da golf "illegali", chiudendone 111 su 683 per violazioni
che variano dall'utilizzo improprio di terreni agricoli o aree
protette e fino all'eccessivo sfruttamento delle falde per
l'irrigazione, senza dimenticare il peso che le strutture hanno
come strumento di corruzione per i membri del Partito comunista.
L'agenzia Nuova Cina, nell'annunciare il giro di vite deciso
dalla National Development and Reform Commission (l'agenzia di
programmazione economica), ha precisato che su altri 65 campi
sono state imposte diverse restrizioni. La Cina ha formalmente
lanciato lo stop ai nuovi green nel 2004 quando nel Paese ce ne
erano meno di 200 che, al contrario, sono più che triplicati.
Il golf è finito nel mirino della campagna anti-corruzione
del presidente Xi Jinping al punto che il Partito comunista ha
"invitato" nel 2015 i 88 milioni di iscritti a non calpestare il
green, paragonando lo sport a cattive abitudini non conformi ai
principi di condotta e morali del Pcc.
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