Si inasprisce il braccio di
ferro tra contadini e governo: i leader di tutte le
organizzazioni hanno proclamato per oggi un "dharna", uno
sciopero della fame di un giorno, imitati da sostenitori della
loro protesta in tutti i distretti del paese. Allo sciopero
delle fame ha aderito anche Arvind Kejriwal, il governatore
della capitale, che ha chiesto al governo di abbandonarere la
linea della durezza e accettare le richieste dei manifestanti,
cancellando, come chiedono i contadini le tre leggi approvate in
settembre. L'agenzia di stampa Pti riferisce che nelle ultime
ore la polizia di Delhi ha aumentato ulteriormente gli
spiegamenti di sicurezza in vista dell'intensificarsi della
protesta. Sempre più persone sono infatti in viaggio da tutte le
parti del paese per raggiungere lo sterminato sit-in che vede da
quasi tre settimane varie centinaia di migliaia di manifestanti
accampati al posto di frontiera di Sindhu, al confine con Delhi.
Ieri gruppi di contadini del Rajasthan hanno bloccato
l'autostrada nazionale Delhi-Jaipur dopo essere stati fermati
dalla polizia al confine tra il lor stato e l'Haryana. La
protesta è già stata definita da molti osservatori la più grande
manifestazione nella storia dell'India indipendente, e il
braccio di ferro rischia di continuare a lungo: il governo ha
proposto di mettere per iscritto la garanzia che il sistema del
prezzo minimo garantito resterà in vigore, ma i contadini non si
sono accontentati. L'opinione prevalente dei commentatori, anche
sui media più filogovernativi, è che il governo avrebbe dovuto
concertare le riforme con gli interessati prima di approvarle.
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