Il secondo dei fratelli Kouachi, autori della strage nella redazione di Charlie Hebdo, è stato sepolto stanotte nell'anonimato. Lo ha annunciato il Comune di Gennevilliers, nella banlieue parigina, dove Cherif Kouachi viveva con la moglie. Ieri era stato sepolto il fratello maggiore, Said, autore con lui dell'assalto a Charlie Hebdo, che ha provocato la morte di 12 persone. Anche Said è stato sepolto in segreto, in un uno dei cimiteri della città di Reims, nel nord.
Nove persone restano in stato di fermo a Parigi nell'ambito dell'inchiesta sugli attentati della settimana scorsa in Francia. Fra giovedì e venerdì scorsi erano stati arrestati dodici sospetti di aver fornito appoggi logistici al terrorista Amedy Coulibaly, autore del sequestro al supermercato kosher di Vincennes. Si trattava di otto uomini e quattro donne e successivamente ne sono stati rilasciati tre.
L'ultimo numero di Charlie Hebdo, la rivista decimata dai terroristi il 7 gennaio scorso, andrà ancora in ristampa e la tiratura raggiungerà i 7 milioni di copie.
Messa sotto scacco dopo Parigi e con l'Italia che si trova due terroristi quasi sotto casa, l'Europa reagisce e con una trentina di arresti apre la caccia ai jihadisti pronti a tutto pur di diffondere il terrore, forse persino a decapitare un alto magistrato belga. Non è la trama di un film d'azione americano, ma lo scenario delineatosi tra Belgio, Francia, Germania e anche Italia, dove stavano cercando di scappare due terroristi fuggiti dalla maxi retata delle forze speciali belghe. E mentre la leader del Front National Marine Le Pen chiede la pena di morte, sale l'allerta Ue, con Spagna e Belgio che decidono di passare all'azione adottando nuove misure anti-terrore. Dodici le perquisizioni e tredici i fermati in Belgio tra capitale e province sino a Verviers, teatro del sanguinoso scontro a fuoco dove due sospetti 'foreign fighters' di una cellula pronta a colpire - con attentati a polizia, Palazzo di giustizia di Bruxelles e secondo alcuni media anche al rapimento e decapitazione di un alto magistrato - sono morti sotto i colpi dei corpi speciali.
A questi si aggiungono altri due arresti, sempre legati alla cellula di Verviers, compiuti dai doganieri francesi nella zona di Chambéry su mandato d'arresto europeo spiccato dalle autorità belghe accortesi in tempo della fuga dei due sospetti, pronti a passare il confine con l'Italia. Anche Parigi ieri ha aperto gli occhi ritrovandosi con una dozzina di fermi effettuati in periferia, e che hanno portato all'arresto del complice principale di Amedy Coulibaly, l'attentatore del supermercato kosher. Lunga notte pure a Berlino, dove sono state fermate due persone tra cui un arruolatore di jihadisti turchi e russi. Mentre una ragazza di 18 anni è stata arrestata per terrorismo all'aeroporto di Stansted, vicino a Londra. La maxi retata europea però, hanno tenuto a precisare le diverse polizie coinvolte, non era stata concordata né, almeno per ora, sono stati riscontrati legami tra la 'filiera' dei fratelli Kouachi e Coulibaly, quella di Verviers e il reclutatore berlinese. "E' lungi dall'essere finita", ha avvertito il premier francese Manuel Valls, "la minaccia non è mai stata così forte". Secondo l'intelligence americana, anzi, ci sarebbero fino a 20 cellule dormienti in Europa pronte a colpire, soprattutto in Belgio, Germania, Francia e Olanda. Non a caso è infatti stata aumentata anche la sicurezza nei palazzi Ue a Bruxelles - sebbene mai finora nel mirino dei terroristi - ed è subito arrivato il sostegno della Commissione al giro di vite sui documenti d'identità proposti da alcuni paesi tra cui il Belgio. Bloccare il proliferare dei 'foreign fighters' sarà anche il tema della riunione dei ministri degli esteri Ue lunedì, mentre il premier belga Charles Michel ha chiesto che il vertice dei 28 del 12 febbraio possa prendere decisioni concrete per la lotta al terrorismo. Nel frattempo Spagna e Belgio non hanno perso tempo adottando nuove misure contro la lotta ai jihadisti. In particolare il Belgio, oltre a prevedere la possibilità di ritirare documenti d'identità, adotterà entro massimo metà febbraio misure per congelare i beni, inserire nel codice penale i viaggi all'estero a fini terroristici e creare sezioni speciali nelle carceri per reclutatori e reclutati.
"Non abbiamo paura. La nostra risposta deve essere ferma, ma deve essere collettiva", ha avvertito il presidente francese Francois Hollande, anche di fronte alla proposta choc di Marine Le Pen di reintrodurre la pena di morte per i jihadisti, definita "uno strumento necessario nell'arsenale giuridico di un Paese". E nel giorno del dolore dell'ultimo saluto al caporedattore di Charlie Hebdo, Charb, tra l'Internazionale, 'Bella ciao', vignette e tanta musica jazz, il segretario di stato americano John Kerry ha fatto mea culpa, scusandosi per l'assenza alla grande marcia di Aprigi di domenica scorsa: "il nostro cuore è con voi", ha detto, mandando un "grande abbraccio" a Parigi.
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Non solo Francia. Nuovi sviluppi nella lotta al terrorismo anche in Italia. La Procura di Roma ha aperto un'indagine su alcuni stranieri di fede islamica residenti in Italia sospettati di avere legami con la Jihad. Sarebbero una decina le persone iscritte, secondo quanto si è appreso, nel registro degli indagati per associazione sovversiva con finalità di terrorismo.
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