"Siamo pronti a qualsiasi evento ma escludo al 100% una 'Grexit'": lo ha detto il presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker in un'intervista a Politico - che avvia oggi le sue pubblicazioni - precisando anche che "non ci sarà un default". Juncker chiede anche "chiarezza" ad Atene che "non collabora come vorremmo". Juncker ha spiegato che i negoziati negli ultimi giorni "stanno cominciando ad andare nella giusta direzione ma c'è ancora molta strada da fare". "Abbiamo bisogno di chiarezza e non l'abbiamo ancora. Avevo perso la pazienza nel frattempo. Ora l'ho ritrovata e non voglio perderla di nuovo", ha aggiunto. La situazione greca "è un problema, non stanno collaborando come vorremmo perché al nostro team sul campo ad Atene non consentono di entrare nei ministeri, una cosa non solo strana ma inaccettabile", ha concluso.
Il tempo stringe e le casse greche sono sempre più vuote, al punto da obbligare Atene a imporre agli enti locali il versamento automatico di contanti alla Banca centrale. Unico corollario positivo, l'intensificarsi delle trattative con Bruxelles in vista dell'Eurogruppo di venerdì, anche se finora sul tavolo non c'è niente di concreto. La Bce, intanto, ribadisce la sua convinzione sull'impossibilità di una 'Grexit', nemmeno in caso di default, rassicurando così in parte i mercati che nell'attesa di sviluppi sono rimasti sostanzialmente in territorio positivo, Borsa ellenica inclusa. Le date sono per ora l'unico paletto chiaro: la Grecia deve rimborsare quasi un miliardo di euro al Fmi il 12 maggio, appuntamento chiave che sarà preceduto da due Eurogruppi. Il primo, informale, fissato a Riga questo venerdì, e un secondo, formale a Bruxelles, la vigilia stessa della scadenza del pagamento al Fmi. Alla Commissione Ue al momento non si preventivano ulteriori riunioni dei ministri dell'eurozona. Quella di venerdì, infatti, servirà a "fare il punto della situazione", con la speranza che il Brussels Group, al lavoro da sabato a Parigi e che continuerà a discutere sino a domani, possa consentire mercoledì all'Euroworking group di fare una prima valutazione dello stato dell'arte per fornire ai ministri di che discutere venerdì, dove non sono attese decisioni chiave. L'intensificarsi delle discussioni in sé, dopo settimane di tempo perso, è quindi stato interpretato come un segnale "positivo" a Bruxelles. Che ha però come altro lato della medaglia l'obbligo imposto per decreto dal governo Tsipras alle amministrazioni degli organismi pubblici e degli enti locali di trasferire alla Banca centrale greca tutte le disponibilità di contante, per coprire i 3 mld necessari al fabbisogno dello stato per le prossime due settimane. La Bce si è voluta ancora una volta rassicurante: "Siamo convinti che non ci sarà un'uscita" di Atene dall'euro, ha dichiarato il vicepresidente della Bce Vitor Constancio, precisando che "un eventuale default della Grecia verso uno dei suoi creditori non implica automaticamente l'espulsione dall'eurozona". Anzi, ha aggiunto, "i Trattati non lo prevedono". L'Eurotower però, ha avvertito, "non finanzierà la Grecia in qualsiasi situazione". Atene intanto continua a giocare la sua partita su più scacchiere. Mentre il ministro delle finanze Yanis Varoufakis ha incontrato a New York l'avvocato esperto di ristrutturazione del debito Lee Buchheit, il premier Alexis Tsipras vedrà domani ad Atene l'ad di Gazprom Alexei Miller. Un incontro centrato sul nuovo gasdotto Turkish Stream su cui si sono moltiplicate le voci, e su cui Bruxelles si è rifiutata di commentare.
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