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Istanbul: fratello attentatore kamikaze in Siria

Istanbul: fratello attentatore kamikaze in Siria

Il numero delle vittime tedesche nell'attentato è salito a 10. Fermati altri quattro sospetti

ISTANBUL, 14 gennaio 2016, 14:32

Redazione ANSA

ANSACheck

Il presunto kamikaze secondo quanto indicato dalla stampa turca - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il presunto kamikaze secondo quanto indicato dalla stampa turca - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il presunto kamikaze secondo quanto indicato dalla stampa turca - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nelle ultime 48 ore la Turchia ha bombardato postazioni dell'Isis in Siria e Iraq, uccidendo 200 jihadisti, in risposta all'attentato kamikaze di martedì a Istanbul. Lo ha detto il premier turco Ahmet Davutoglu.

Aveva compiuto un attacco suicida in Siria alcuni mesi fa il fratello di Nabil Fadli, il kamikaze che martedì ha ucciso 10 turisti tedeschi a Istanbul. Lo rivelano media locali, citando fonti della sicurezza. L'uomo si era fatto saltare in aria in un attacco compiuto in un aeroporto contro le forze del regime di Bashar al Assad. Intanto il ministro dell'Interno turco, Efkan Ala ha annunciato che "il numero delle persone arrestate in relazione all'attacco di Istanbul è salito a 7".

Nell'attacco di Istanbul l'Isis potrebbe essere solo "una pedina" di "attori segreti" che lo hanno usato come "subappaltatore". All'indomani della strage kamikaze di 10 turisti tedeschi nel centro storico di Sultanahmet, il premier turco Ahmet Davutoglu conferma i legami dell'attentatore con lo Stato islamico, evocando però possibili mandanti occulti, e annuncia 5 arresti di sospetti che avrebbero aiutato il kamikaze. Si spinge molto oltre un quotidiano vicino a Erdogan, il filo-governativo 'Star', che in prima pagina arriva ad indicare esplicitamente Vladimir Putin tra i mandanti della strage sullo sfondo delle tensioni delle ultime settimane tra Mosca e Ankara: "L'autore è chiaro", titola il giornale accanto alla foto del presidente russo con il fotomontaggio di una mano insanguinata. "Risponderemo ad ogni attacco contro di noi con la forza che giudichiamo necessaria", ha promesso oggi il premier di Ankara. Un attacco che, del resto, continua a non essere rivendicato dallo Stato islamico, di solito molto veloce a farlo. Nabil Fadli, il 28enne kamikaze nato in Arabia Saudita, era appena arrivato dalla Siria, registrandosi come richiedente asilo in Turchia solo una settimana prima di farsi esplodere. Secondo la polizia non rientrava in nessuna blacklist di sospetti terroristi interna o internazionale. Il suo ingresso in Turchia diventa così un caso. L'uomo si era registrato in un ufficio che si occupa dell'accoglienza dei profughi siriani a Istanbul. Un video pubblicato dai media locali lo mostra mentre è in fila per rilasciare le sue impronte, che ne avrebbero poi permesso l'immediata identificazione. Lì sarebbe stata scattata anche la foto di Fadli finita sulle prime pagine di tutti i giornali. Con lui c'erano altri 4 uomini, sospettati ora di essere i suoi fiancheggiatori. Nei giorni successivi Fadli è sempre rimasto all'indirizzo comunicato alle autorità, che non sospettavano nulla del suo piano di farsi esplodere nella piazza dei turisti, a due passi dalla Moschea Blu. Una beffa per i servizi d'intelligence che rischia ora di aprire uno squarcio sulle procedure d'accoglienza in Turchia dei 2,5 milioni di rifugiati siriani. Come una beffa è risultato il fermo di ieri sera di una donna turca nel quartiere di Nisansasi a Istanbul. Dal suo cellulare nei giorni scorsi erano partite diverse chiamate dirette a un telefono usato da Fadli, ma l'apparecchio della donna era stato smarrito. Così già oggi è stata rilasciata dalla polizia. L'antiterrorismo turco cerca però di battere tutte le piste e tra ieri e oggi ha lanciato blitz a tappeto in 8 province del Paese, arrestando 68 sospetti membri dell'Isis. Tra loro anche 3 cittadini russi, fermati ad Antalya. I loro legami con gruppi terroristici stranieri trovano conferme anche da Mosca. L'accusa è di aver fornito supporto logistico al Califfato, mantenendo contatti diretti con i jihadisti in Siria. Al momento, però, non è emerso alcun collegamento diretto con l'attacco di ieri a Istanbul. Su cui a volerci vedere chiaro è anche la Germania, che piange tutte le 10 vittime. A Istanbul è giunto oggi il ministro dell'Interno tedesco, Thomas de Maiziere. Dopo aver visitato il luogo della strage con il premier turco Ahmet Davutoglu - che a sua volta ha omaggiato le vittime deponendo garofani rossi - il ministro ha fatto visita ai tedeschi feriti, colpiti insieme a un norvegese e un peruviano. Negli ospedali di Istanbul sono ancora ricoverati in 6, due dei quali in gravi condizioni, mentre gli altri 9 sono già stati dimessi. Al momento "non abbiamo informazioni concrete sul fatto che l'attacco di ieri fosse rivolto a cittadini tedeschi", ha spiegato de Maiziere, aggiungendo che il governo non scoraggia i viaggi in Turchia. Ma Berlino vuole fare chiarezza. Dopo la collaborazione promessa ieri nella telefonata di cordoglio di Davutoglu alla cancelliera Angela Merkel, oggi è sbarcato a Istanbul anche un team di investigatori tedeschi che seguirà da vicino le indagini dei colleghi turchi.

Il corrispondente ANSA 'Sembrava un terremoto' ASCOLTA

MAPPA Il quartiere turistico di Sultanahmet

PHOTO: Moment of the explosion in a tourist area of #Istanbul#Turkey - @vtchakarovapic.twitter.com/o0JhPDN6Ra

 

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