La Grecia alza la voce nei confronti dell'Austria, che ha organizzato un vertice con i paesi balcanici sulla crisi dei profughi, escludendo Atene. "L'esclusione del nostro Paese dall'incontro" organizzato da Vienna sulla crisi dei profughi "viene visto come un atto non-amichevole, poiché dà l'impressione che alcuni, in nostra assenza, stiano accelerando decisioni che ci riguardano direttamente", ha detto il ministro degli Esteri greco Nikos Kotzias, secondo Ethikamerini on-line. Vienna ha invitato a partecipare i ministri di Albania, Bosnia, Bulgaria, Kosovo, Croazia, Macedonia, Montenegro, Serbia e Slovenia.
Non tarda ad arrivare la replica dell'Austria alle critiche della Grecia per il mancato invito al summit. "Non credo che manchino i vertici in Europa, quello che manca è piuttosto la volontà di ridurre in modo deciso il flusso di migranti", ha detto il ministro degli esteri Sebastian Kurz. Finora, ha continuato, la Grecia non ha mostrato alcuna disponibilità a ridurre il flusso, ma "soltanto un interesse a che i profughi vengano trasferiti, velocemente, altrove".
Aperto summit a Vienna senza Grecia e Ue per discutere flusso migranti su rotta Balcani - "Managing migration together": su questo tema, i ministri austriaci dell'Interno, Johanna Mikl-Leitner, e degli Esteri, Sebastian Kurz, hanno aperto stamani a Vienna un summit sui Balcani occidentali, per discutere innanzitutto di misure che possano "stoppare il flusso di migranti attraverso la rotta balcanica", come ha affermato la Mikl-Leitner. Presenti i rispettivi ministri di Slovenia, Croazia, Bulgaria, e dei sei paesi balcanici Albania, Bosnia, Kosovo, Serbia, Macedonia e Montenegro. La Grecia, come l'Ue, non sono rappresentati.
La ministra degli Interni austriaca Johanna Mikl-Leitner, sottolineando che la conferenza dei Balcani serve a stoppare il flusso dei profughi."Tutti vogliamo una soluzione europea, ma il problema è quando questa possa arrivare. Per una soluzione europea serve tempo. Adesso servono misure nazionali".
Intanto in Grecia sono attese decine migliaia di migranti, dopo che i Paesi dei Balcani occidentali hanno introdotto controlli restrittivi, ad affermarlo è il ministro all'Immigrazione greco Ioannis Mouzalas. "Ci sono circa 12mila migranti" bloccati "in questo momento" in Grecia: "Domani potrebbero essere 14mila e 16mila il giorno successivo", ha detto Mouzalas, in un'intervista alla tv privata greca Antenna, che spiega di aspettarsi che il numero di migranti bloccati raggiunga le "decine di migliaia" dopo che i Paesi dei Balcani occidentali hanno introdotto misure e controlli restrittivi.
Il premier ungherese Viktor Orban ha annunciato un referendum sulle quote dei migranti in Ue. Il primo ministro ne ha parlato alla stampa subito dopo la seduta del suo Gabinetto. Il referendum porrà la domanda ai cittadini ungheresi in questi termini: "È d'accordo sul fatto che, senza l'autorizzazione del Parlamento nazionale, l'Unione europea possa obbligare l'Ungheria ad accogliere ricollocamenti di cittadini stranieri sul suo territorio?". Il capo di gabinetto di Orban ha già presentato la domanda all'Ufficio elettorale nazionale.
Gentiloni, referendum Ungheria? No scelte unilaterali - "Tutti i Paesi hanno diritto di prendere le proprie decisioni nazionali, ma il mio giudizio politico è critico". Lo ha detto il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni rispondendo ad una domanda sul referendum ungherese promosso dal premier Orban sulle quote dei migranti in Ue. "Non credo che oggi l'Europa possa gestire la crisi migratoria con singoli Paesi che demandano ai propri cittadini decisioni per incrinare quelle comuni prese a livello europeo", ha sottolineato Gentiloni, mettendo in guardia dal rischio di creare "precedenti che potrebbero essere negativi e persino pericolosi".
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