"Non funziona" il sistema di custodia legale per i minori non accompagnati che arrivano in Italia, e gli hotspot in cui sono obbligati a trascorrere lunghi periodi sono "luoghi inadatti a garantire le loro necessità". Lo afferma un rapporto del Consiglio d'Europa. Il suo autore, il rappresentante speciale per le migrazioni Tomas Bocek, spiega però all'ANSA che la nuova legge italiana sulle misure di protezione, "è un passo avanti molto buono", anche se resta da vedere come sarà applicata nella pratica.
"Le debolezze del sistema italiano di rimpatri volontari e delle espulsioni forzate" rischia inoltre "di incoraggiare l'afflusso di un sempre maggior numero di migranti economici irregolari" aggiunge Bocek. "È necessario introdurre standard aggiornati e universali per tutti i tipi di centri d'accoglienza che indichino cosa deve essere garantito, come minimo, a chi vi soggiorna", porsegue il rapporto del rappresentante speciale del segretario generale del Consiglio d'Europa per le migrazioni e i rifugiati. Nel documento - dove si evidenzia che il 'sistema Italia' è sotto pressione in seguito all'alto numero di arrivi - si osserva pure che è "chiara" la necessità "di riformare le procedure di richiesta d'asilo in modo da accelerare il processo". Nel rapporto si sottolinea la necessità di "introdurre un monitoraggio appropriato e regolare di tutti i centri che sono gestiti da organizzazioni private per assicurare che i servizi siano assicurati come stabilito e ridurre al minimo i casi di possibile corruzione, e prevedere sanzioni per gli operatori dei centri che non rispettano i termini dei contratti".
Preocupazione anche sul fronte dell'Ungheria. "Sono profondamente preoccupato per la legge sulla gestione dei confini approvata ieri dal parlamento ungherese, che rischia di esasperare la situazione dei richiedenti asilo già estremamente problematica in Ungheria", ha detto il commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, sottolineando che "privare automaticamente tutti i richiedenti asilo della libertà sarebbe una chiara violazione degli obblighi stabiliti dalla Corte di Strasburgo che l'Ungheria deve rispettare.
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