Regole più dure per frenare il
flusso di cittadini di Paesi Ue in Gran Bretagna. Tony Blair
scende in campo dalle colonne del Sunday Times sul dossier
'migranti' su posizioni ormai non dissimili da quelle del
governo conservatore di Theresa May: convito però - a differenza
di questo - che Londra possa stringere la maglie senza dover
dare attuazione alla Brexit.
L'ex premier laburista punta a "riaffermare il controllo" dei
confini nazionali, in modo da "placare le ansie" di chi ha
votato per il divorzio da Bruxelles a causa di timori legati
all'immigrazione e da 'superare' di fatto il risultato del
referendum. Mentre aggiunge che "i tempi sono cambiati" rispetto
alle 'porte aperte' del suo governo. Fra le restrizioni
possibili, il blairiano Institute for Global Change suggerisce
quindi di limitare l'accesso gratuito alla sanità, di pretendere
che i cittadini di altri Paesi Ue abbiano un'offerta di lavoro
già al loro arrivo nel Regno (non più entro 6 mesi) e d'imporre
rette universitarie più alte.
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