Nella generale bagarre sul Global compact, che divide in questi giorni anche governo e forze politiche italiane, l'Ordine di Malta prende posizione difendendo i principi contenuti nel patto Onu sulle migrazioni
ed esprimendo il suo rammarico per una Europa che si presenta divisa all'appuntamento del 10 e 11 dicembre a Marrakech per la firma definitiva del Patto.
"Nessun Paese può gestire da solo il fenomeno delle migrazioni, inarrestabile ma non necessariamente negativo", ha detto in una intervista il Gran Cancelliere dell'Ordine di Malta, Albrecht Freiherr von Boeselager, confidando che "il Global compact sarà comunque sottoscritto dalla maggioranza degli Stati membri dell'Onu e finirà per avere effetti positivi, anche se forse a lungo termine, sulla gestione globale del
fenomeno", anche per chi si asterrà dal firmarlo.
"E' un peccato che l'Europa sia così divisa - ha aggiunto - perché così diminuisce il suo peso in sede multilaterale, e non sarà più presa tanto sul serio dal resto del mondo".
Guerre, cambiamenti climatici, povertà continuano a spingere milioni di persone lontano dai luoghi di origine. Dalla prima fase del trattato, che risale al 2016, gli arrivi sono diminuiti, ma sono aumentate le morti in mare, dando vita alla "più grande fossa comune dalla seconda guerra mondiale".
"Scopo del Global compact, a cui l'Ordine di Malta ha attivamente contribuito in quanto Osservatore permanente all'Onu, è proprio quello di diffondere questa consapevolezza. Quali azioni adottare - spiega - viene lasciato a discrezione dei singoli Paesi, ma si fissano delle linee guida che mirano a orientare il senso comune in modo deciso verso i diritti umani, la dignità dei migranti, l'accesso ai servizi essenziali e
l'integrazione.
"Ci vorrà del tempo affinché le emozioni si adeguino a una corretta informazione togliendo il posto alla paura - afferma il capo dell'esecutivo dell'Ordine - ma la nostra esperienza in giro per il mondo (l'Ordine interviene direttamente in moltissimi Paesi in aiuto ai rifugiati) ci dice che il comportamento dei migranti in un Paese dipende molto da come sono trattati. Quindi, se consideriamo che queste persone in
maggioranza resteranno nel Paese e non possono essere rimandate indietro, non possiamo rischiare di creare una subcultura o un gruppo di persone escluse dalla società e che per questo possono
finire per rappresentare un problema".
Insomma, il rispetto dei loro diritti "non è un fatto pietistico ma un argomento puramente opportunistico che sarebbe utile tenere a mente", insieme alla 'regola d'oro' del 'non fare
ad altri quello che non si vuole sia fatto a noi'. Von Boeselager insiste poi sulla necessità di un approccio multilaterale, nonostante la crescente tendenza a delegare i conflitti in ambiti bilaterali. "Da quando si sta tentando di mettere in sicurezza il confine sud della Libia, il traffico di persone ha preso vie più rischiose lontano dai villaggi e stanno aumentando i morti nel deserto. Non ci sono dati precisi, ma le
segnalazioni stanno aumentando", fa sapere. E a poco potrebbero approdare le intese bilaterali Italia-Libia. "La stabilità della Libia è un punto chiave - sottolinea -, ma ci sono troppi interessi coinvolti. Ed è così
anche per la tragedia in Siria e altri conflitti in atto. Ci sono troppi interessi in gioco, e nessun Paese può pensare
venirne a capo da solo".
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