Si chiama Roberto Tonoli, è genovese e ha 61 anni uno dei due autisti del Flixbus che ieri alle 4.15 del mattino si è schiantato vicino a Zurigo. L'uomo è ricoverato in un ospedale svizzero e versa in condizioni gravissime. Tonoli era in attesa di dare il cambio al collega Federico Mauro, 57 anni, anche lui ricoverato in gravi condizioni. Nell'incidente ha perso la vita una donna del comasco di 37 anni e altre 41 persone sono rimaste ferite, la maggior parte in modo lieve.
Pullman si schianta a Zurigo, morta italiana e 43 feriti - Drammatico incidente in autostrada, alle porte di Zurigo: un'italiana di 37 anni è morta e altre 43 persone sono rimaste ferite, tre delle quali in modo grave - compresi i due autisti genovesi - mentre percorrevano un tratto dell'A3 a bordo di un pullman italiano partner della società tedesca Flixbus, partito da Genova e diretto a Dusseldorf, in Germania. Il torpedone, per cause ancora da accertare, è andato a sbattere contro un muro mentre viaggiava sotto una intensa nevicata, con la strada ghiacciata. A bordo c'erano 51 persone. Alla guida i due conducenti di 57 e 61 anni, entrambi di Genova e in gravi condizioni: il più anziano - che non era al volante al momento dello schianto - rischia la vita. Tra i passeggeri, 16 connazionali. I ricoveri, che hanno riguardato quasi la totalità dei viaggiatori, sono avvenuti in vari ospedali della zona. Per la vittima, invece, fin da subito non c'e' stato nulla da fare. Si chiamava Nicoletta Nardoni e viveva nel Comasco, a Mozzate. La famiglia è stata informata dai carabinieri di Como su richiesta della polizia cantonale. La donna era nata a Saronno, in provincia di Varese. Il viaggio doveva durare sedici ore e il mezzo montava le gomme da neve. Secondo quanto è stato possibile ricostruire, stando alle prime testimonianze e agli accertamenti della polizia, il pullman attorno alle 4.15 del mattino, quando quasi tutti dormivano, avrebbe sbandato probabilmente a causa del fondo stradale che non dava più aderenza, finendo contro uno dei muri laterali che fanno da barriera di protezione all'A3. La polizia stradale elvetica ha confermato che "le condizioni stradali, a quell'ora, a seguito di una forte nevicata, erano proibitive", come preannunciato dal servizio di meteorologia che aveva invitato a non mettersi in viaggio. Un tassista che precedeva il pullman ha raccontato al portale 20Minuten di aver sentito "un gran botto", aggiungendo che l'autostrada "era come una pista di pattinaggio: io stesso ho fatto fatica a evitare l'uscita di strada e ho visto molti altri automobilisti in difficoltà". Sul pullman c'erano viaggiatori di diverse nazionalità: oltre ai sedici italiani, uno svizzero, un tedesco, due albanesi, due colombiani, una donna giordana, una romena, una ghanese, una del Benin, una decina di russi, un bosniaco e due nigeriani. A bordo pare non ci fossero bambini. Difficili e laboriosi i soccorsi perché molti dei passeggeri sono rimasti incastrati tra le lamiere e le foto del pullman mostrano la cabina di guida interamente distrutta. L'autostrada è stata chiusa al traffico per alcune ore ed è stata riaperta verso mezzogiorno. L'incidente sarebbe avvenuto in un punto critico dell'autostrada A3, all'altezza di una brusca deviazione a destra e se il muro non avesse retto, il bilancio delle vittime - già pesante e non definitivo - sarebbe stato ancor più tragico perché il pullman sarebbe finito nel fiume Sihl che scorre dieci metri più sotto.
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