Il Ppe ha scelto la mediazione nei confronti di Viktor Orban: nessuna cacciata dal partito europeo, ma solo una sospensione a tempo indeterminato. E la creazione di un comitato di tre probiviri, sotto la guida dell'ex presidente del Consiglio europeo Herman van Rompuy, che controllerà la condotta del partito Fidesz del premier nazionalista ungherese.
Una mossa "concordata", che ha messo d'accordo i vertici del centrodestra europeo e lo stesso leader ungherese. Una mediazione che viene vista da più parti a Bruxelles come una vittoria dell'autoritario premier magiaro che è riuscito a far eclissare la richiesta iniziale di una sua espulsione per il mancato rispetto dello stato di diritto, per la campagna anti-Ue condotta da Budapest e per le posizioni assunte sull'università Ceu guidata dal tycoon Soros.
"Siamo una forza politica che non si può espellere o sospendere senza il nostro consenso. Abbiamo concordato noi la sospensione", ha commantato da parte sua Orban, parlando in tv. Il premier ungherese ha sceglie di presentare come un suo successo personale la sospensione dal Partito popolare europeo. Orban sottolinea che gli eurodeputati del suo partito Fidesz, che saranno eletti in maggio, non si siederanno di sicuro nel gruppo del Ppe.
"E' stata una discussione difficile, ma c'era la necessità di farlo e lo abbiamo fatto in modo democratico e trasparente", ha detto il leader del Ppe, Manfred Weber, subito dopo il voto sulla sospensione immediata, mozione approvata con una maggioranza schiacciante di 190 sì e tre contrari. "La sospensione di Fidesz comporta che non potrà partecipare alle riunioni del partito, che non avrà diritto di voto e non potrà proporre candidati", ha spiegato Weber. "I fatti e la azioni sono importanti per ricostruire la fiducia ed è per questo che è stato deciso di creare un comitato che controllerà Fidesz".
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