Fine dell'obbligo di quarantena
in vigore da oggi nel Regno Unito per tutte le persone in arrivo
o in rientro da decine di Paesi, inclusa l'Italia. La revoca
della misura, il cui annuncio era stato formalizzato una
settimana fa dal ministero dei Trasporti con grande sollievo
delle compagnie aeree e il turismo, mette fine per i viaggiatori
di una lista di nazioni, indicate in questa fase come "a basso
rischio" d'importazione di contagi da coronavirus,
all'isolamento obbligatorio di 14 giorni imposto dal governo di
Boris Johnson a tutti i visitatori - salvo limitatissime
eccezioni per alcune categorie come diplomatici o trasportatori
di generi essenziali - dall'8 giugno. Pena multe da mille
sterline, peraltro inflitte nella realtà in queste settimane
soltanto in rarissimi casi.
La lista degli Stati di provenienza esentati, inizialmente
59, si è nel frattempo allungata a 75. Restano però esclusi, e
quindi soggetti alla quarantena, Paesi come Usa, Cina, Russia,
India, Brasile, Canada e, in Europa, Svezia o Portogallo. La
Spagna, inserita in origine, è stata tagliata fuori dalle sole
autorità locali della Scozia - allineatesi in questi giorni al
pari di Galles e Irlanda del Nord al via libera del governo
Johnson, valido nell'annuncio iniziale per l'Inghilterra - a
causa dei nuovi focolai che vi si sono registrati. Mentre un
ripensamento è stato deciso temporaneamente anche per gli arrivi
dalla Serbia, cancellati alla fine dall'esenzione - ma per
l'intero Regno - a causa di allarmi analoghi.
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