L'Europa richiude progressivamente per arginare la piena della pandemia autunnale. In Gran Bretagna Boris Johnson si è arreso alla velocità del virus, che ha provocato oltre un milione di contagi, ed ha ripristinato il lockdown in tutta l'Inghilterra. Austria e Grecia hanno fatto lo stesso, allungando la lista dei Paesi tornati alla rigida stretta ai contatti sociali già adottata in primavera. Oltremanica si viaggia sopra i 20mila nuovi contagi quotidiani. Johnson, dopo aver resistito per giorni al suggerimento di imporre un confinamento generalizzato di due settimane, ha ceduto agli esperti imponendo un giro di vite ancora più lungo in tutta l'Inghilterra, la nazione più popolosa del Regno: dal 5 novembre al 2 dicembre.
Senza un intervento del genere, si sarebbe rischiato un sovraffollamento imminente degli ospedali e fino a oltre 4mila morti al giorno. "Se non agiamo ora" rischiamo di avere "migliaia di morti al giorno" tra alcune settimane, ha detto il premier in conferenza stampa, annunciando le restrizioni, che prevedono la chiusura di tutti i negozi non essenziali (escluse farmacie, supermercati e poco altro), delle attività ricreative e sociali, di alberghi, ristoranti, pub e caffè salvo che per i servizi di take-away, nonché il ritorno dell'indicazione tassativa di lavorare da casa per chiunque lo possa fare, e di non uscire se non per le esigenze fondamentali. Rispetto a marzo, le scuole resteranno aperte.
In Austria il cancelliere Sebastian Kurz aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per scongiurare un nuovo lockdown. Ma anche lì la crescita esponenziale dei contagi (i nuovi casi si sono quintuplicati in un mese) ha convinto il governo a rompere gli indugi. "Se non agiamo ora, la nostra terapia intensiva sarà sopraffatta", ha spiegato il capo del governo, annunciando il confinamento bis, da martedì fino a fine novembre: coprifuoco dalle 20 alle 6, divieto di riunioni tra persone provenienti da più di due famiglie, cancellazione di tutti gli eventi sportivi, culturali, ricreativi, chiusura di ristoranti, bar e hotel. Per scuole superiori e università scatterà la didattica a distanza.
La sofferenza dei reparti di terapia intensiva è motivo di preoccupazione anche in Grecia. Lo ha spiegato il premier Kyriakos Mitsotakis, che ha optato per un parziale lockdown: bar, ristoranti, palestre, teatri, cinema e musei chiusi per un mese ad Atene e in altre grandi città, e coprifuoco notturno. Il Paese sarà diviso in due zone, una ad alto rischio e una a rischio minore. Con la capitale nella zona rossa. A livello nazionale sarà obbligatorio indossare la mascherina all'aperto. Resteranno aperti i negozi, per non danneggiare l'economia, e le scuole. Ma dal Belgio all'Olanda, dalla Repubblica Ceca all'Irlanda, la triste mappa dell'Europa in serrata si allarga di giorno in giorno.
Con la Francia capofila, costretta a tornare al blocco nazionale. In Germania una sua versione light sta per partire, perché i numeri del virus non sono incoraggianti: record di 19 mila nuovi casi, a dispetto della previsione di Angela Merkel, che un mese fa aveva calcolato uno scenario simile entro Natale. In tutto il continente è l'impennata dei ricoveri l'indice della pericolosità di questa seconda ondata di Covid-19. In almeno 14 paesi sono raddoppiati in una settimana. I più colpiti, rispetto al numero di abitanti, sono Repubblica Ceca, Romania, Belgio e Polonia. Quelli con il maggior aumento registrato sono stati la Serbia, con ricoveri in aumento del 97%, il Belgio (81%), l'Austria (69%). A seguire c'è l'Italia, con un +64%: l'unico grande Paese europeo, insieme con la Spagna, che non ha chiuso quasi tutto. Almeno per ora.
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