Crescono le aspettative dei mercati
britannici di una potenziale svolta positiva nei negoziati fra
il governo di Boris Johnson e l'Ue sulle relazioni post Brexit,
dopo mesi di stallo, con la sterlina che oggi s'impenna a Londra
in apertura al suo livello più alto contro il dollaro da 11
settimane. Ad alimentare la fiducia degli operatori - che hanno
sempre temuto l'ipotesi di un no deal, sperando invece nella
firma di un accordo di libero scambio - sono le indicazione
giunte da fonti europee nel fine settimana a margine dei
colloqui dei giorni scorsi di Bruxelles, secondo le quali
un'intesa sarebbe ormai definita "al 95%": seppure con nodi
chiave ancora da sciogliere sui tre punti cruciali rimasti
finora irrisolti, ossia i diritti sulla pesca, la richiesta
europea di un allineamento britannico in alcuni ambiti normativi
a tutela di una concorrenza commerciale leale (il cosiddetto
level playing field) e la governance di possibili contenziosi
giuridici futuri.
Questioni su cui, secondo quanto anticipa peraltro oggi il
Telegraph, una spinta decisiva verso un compromesso potrebbe
venire da un intervento diretto nel negoziato in settimana da
parte del premier Johnson, attraverso possibili colloqui faccia
a faccia tra lui e i vertici politici dell'Ue paralleli a quelli
tecnici tuttora in corso fra i due team negoziali guidati da
Michel Barnier e da lord David Frost.
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