La nuova variante inglese del Covid "non è fuori controllo". E' l'assicurazione che viene dall'Organizzazione mondiale della Sanità.
Nessun ritardo nella segnalazione della variante del virus del Covid-19 individuata nel Regno Unito, e in particolare in Inghilterra, di recente. Lo ha assicurato in un'intervista radiofonica alla Bbc il professor Neil Ferguson, infettivologo all'Imperial College di Londra, già consulente chiave del governo di Boris Johnson sull'introduzione del lockdown di primavera e attuale membro del NervTag (New and Emerging Respiratory Virus Threats advisory group). Ferguson ha sottolineato che "varianti dei virus emergono in continuazione", ma "serve tempo" per verificarne "lentamente" l'impatto. In questo caso, ha aggiunto, l'allarme è stato comunicato dagli specialisti al governo, in contatto costante con l'Oms, "una decina di giorni fa, quando sono emerse prove sufficienti su qualcosa di preoccupante". Non è del resto escluso che la variate possa aver avuto origine altrove e che gli scienziati e i medici britannici siano stati solo i primi a identificarla per la diffusione che ha avuto in Inghilterra o per la proporzione superiore ad altri Paesi delle verifiche genetiche condotte sul Dna di parte delle persone testate positive al Covid.
Le "informazioni preliminari" sulla variante del Covid suggeriscono che "potrebbe anche incidere sull'efficacia di alcuni metodi diagnostici", oltre al fatto che "potrebbe essere più contagiosa". Lo spiega un portavoce di Oms Europa, chiarendo comunque che al momento non c'è "alcuna prova di un cambiamento nella gravità della malattia".
L'Oms, aggiunge, fornirà maggiori informazioni non appena avrà "una visione più chiara delle caratteristiche di questa variante".
La variante inglese del coronavirus circola già da un mese. Tre sequenze di campioni raccolti in Danimarca e uno in Australia, prelevati a novembre, sono infatti risultate essere collegate al focolaio inglese causato da questa mutazione. Il che indica che si è già "verificata una sua diffusione internazionale, anche se non se ne conosce l'estensione". Lo spiega il Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc), in un rapporto pubblicato sul suo sito.
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