Dopo dieci anni ininterrotti al potere, il premier olandese Mark Rutte si è dimesso oggi dal suo incarico a due mesi dalle legislative ed in piena crisi sanitaria per lo scandalo legato al bonus figli. Un polverone politico sollevato dopo che i funzionari del fisco avevano accusato ingiustamente 20mila famiglie di frode, facendone indebitare molte per rimborsare le indennità per l'infanzia nel periodo tra il 2013 ed il 2019.
Rutte, che appartiene al Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (Vvd), è apparso teso ma risoluto nel corso di una conferenza stampa nella quale ha annunciato di aver presentato le sue dimissioni al re Guglielmo-Alessandro, precisando che la decisione del suo gabinetto è stata "unanime". "Lo Stato di diritto deve proteggere i cittadini contro il governo onnipotente", ma le cose "sono andate male", ha ammesso il premier dimissionario, che ha fatto riferimento al rapporto della commissione parlamentare d'inchiesta dal titolo 'Ingiustizia senza precedenti' definendolo "duro ma corretto".
Nel rapporto si afferma che "i principi fondamentali dello stato di diritto sono stati violati" dall'autorità fiscale, con indagini di frode sulle famiglie innescate da "semplici errori amministrativi". Il testo sottolinea che ministri, parlamentari, funzionari pubblici e giudici di tribunale hanno tutti la loro parte di responsabilità.
Venti delle famiglie coinvolte hanno intrapreso un'azione legale contro i ministri di tre dei partiti della coalizione governativa. "Io stesso non ho avuto alcun coinvolgimento diretto, ma ovviamente un coinvolgimento indiretto - ha sottolineato Rutte -. Penso di poter continuare come leader del partito, ma alla fine spetterà agli elettori" decidere. Nonostante le dimissioni, Rutte resterà infatti alla guida del Vvd e il suo governo rimarrà in carica per il disbrigo degli affari correnti, soprattutto per la crisi legata al Covid-19, in vista delle elezioni legislative che erano già fissate per il 17 marzo. "La popolazione si aspetta che proseguiamo a fare ciò che è necessario nell'interesse del Paese", ha poi aggiunto.
Le dimissioni erano nell'aria da giorni e ieri la tensione è esplosa quando il leader del Partito laburista (PvdA) all'opposizione, Lodewijk Asscher, si è a sua volta dimesso. Il politico infatti era stato ministro per gli Affari sociali e l'occupazione in un precedente governo Rutte, tra il 2012 ed il 2017. "E' giusto che questo gabinetto se ne vada", ha scritto su Twtter il leader dell'estrema destra olandese Geert Wilders dopo l'annuncio di Rutte. "Persone innocenti sono state criminalizzate, le loro vite sono state distrutte e la Camera è stata informata in modo errato e incompleto su questo - ha aggiunto -. Ma è incredibile che i responsabili continuino a restare leader di partito".
Rutte, 53 anni, secondo leader europeo più longevo dopo Angela Merkel, ha guidato tre governi di coalizione dal 2010 ad oggi. Secondo recenti sondaggi, il suo partito è dato ancora per favorito alle prossime legislative.
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