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La Germania lotta per trovare i dispersi, 183 morti in Europa

EMERGENZA MALTEMPO

La Germania lotta per trovare i dispersi, 183 morti in Europa

Il fiume Rur rompe argine, 700 evacuati nella notte a Wassenberg

16 luglio 2021, 10:42

Redazione ANSA

ANSACheck

Germania, nuova frana e ancora morti © ANSA/EPA

Germania, nuova frana e ancora morti © ANSA/EPA
Germania, nuova frana e ancora morti © ANSA/EPA

L'acqua alta poco a poco cala, e col passare delle ore si scoprono nuovi morti. Per i soccorritori, nelle zone alluvionate del centroeuropa, l'estenuante corsa col tempo per salvare i dispersi non è ancora finita. Il bilancio del disastro in Germania è drammatico, innanzitutto in termini di vite umane: almeno 156 vittime e un migliaio di feriti. Anche in Belgio ci sono 27 decessi e 103 persone di cui non si hanno notizie dopo la catastrofe provocata dalla pioggia. Bollettini in continuo aggiornamento: questi numeri, si avverte, saliranno ancora. Nel paesaggio devastato dalla forza inarrestabile di acqua e fango, i danni materiali, per ora inestimabili, sono enormi. Case, negozi, auto distrutte, e intere comunità scioccate, nei loro paesini trasfigurati nel giro di ore. "Il vostro destino ci strappa il cuore dal petto", ha detto il presidente tedesco, Frank-Walter Steinmeier, interpretando lo sgomento generale del Paese per i troppi concittadini che, a questa alluvione dalla portata inedita, non sono sopravvissuti.

"A tante persone nella regione non è rimasto altro che la speranza e abbiamo il dovere di non deluderla", ha aggiunto, sollecitando l'intera collettività a essere solidale "nei piccoli come nei grandi gesti". I forti temporali dei giorni scorsi hanno continuato a provocare danni e paura anche nella notte, quando ha ceduto l'argine del fiume Rur, e nella città di Wassenberg (del distretto di Heinsberg) sono state evacuate 700 persone, in via precauzionale. Nei prossimi giorni "non sono previste invece precipitazioni in grado di dare un effetto" al flusso di acqua ancora in movimento, e questa è una buona notizia, nel paese che tiene d'occhio il livello del Reno, che nella zona di Colonia ha raggiunto gli 8,06 metri di altezza. Il bollettino più grave arriva dalla Renania-Platinato, dove sono morte almeno 98 persone e si contano per ora 670 feriti, stando ai dati diffusi dalla polizia di Coblenza. Il ministero dell'Interno del Nordereno-Vestfalia ha segnalato 43 vittime e 362 feriti. Numeri ancora provvisori e già estremamente drammatici, che segnano quello che il presidente Armin Laschet ha definito "la catastrofe del secolo". "Sono triste e scioccata nel vedere questa devastazione. Noi europei siamo con voi in questo momento difficile con tutto il cuore. Il vostro dolore è il nostro, ma ne usciremo insieme", ha detto invece la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, dopo un sopralluogo nelle cittadine belghe di Rochefort e Pepinster colpite dalle alluvioni. Angela Merkel, di ritorno dalla visita di Stato negli Usa, da dove ha comunque seguito lo sviluppo e gli effetti della "catastrofe", sarà sui luoghi del disastro domenica.

In Germania sono 23 mila le persone mobilitate nelle regioni dell'alluvione: oltre ai vigili del fuoco, alla polizia e al Technische Hilfswerk, l'esercito interviene con 900 militari e i suoi carri armati, per fronteggiare il disastro delle strade. Impegnati in un lavoro enorme, tutti i soccorritori stanno lottando instancabilmente per aiutare la popolazione. Ieri c'è stata anche qualche notizia positiva: come i primi rientri nelle case di Treviri, nel quartiere di Ehrang, dove l'esondazione del fiume Kyll aveva provocato lo sgombero di 1.000 persone per i danni a ben 670 case, dove l'acqua aveva distrutto cantine e primi piani. Ma per chi potrà di nuovo dormire nella sua stanza, dopo le perizie tecniche per accertare che non vi siano stati danni alla statica degli edifici, mancano comunque ancora acqua e luce. Inoltre nella città di Erftstadt (Vestfalia), dove alcune case erano state travolte e distrutte dall'alluvione, non vi sarebbero vittime. Le ricerche nei due Laender più colpiti continueano senza sosta fino all'arrivo del buio, dall'alto, a bordo degli elicotteri, ma anche casa per casa.

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