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Appello al G7 di cento esperti contro le disuguaglianze

Appello al G7 di cento esperti contro le disuguaglianze

A Bari convegno di UniBa e London School, 4 proposte intervento

BARI, 07 giugno 2024, 16:17

Redazione ANSA

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Si è conclusa con l'elaborazione di 4 proposte di intervento pubblico urgente di politiche da porre in cima alle priorità dei paesi del G7 la seconda giornata della conferenza internazionale sulle disuguaglianze 'Equality of opportunity and intergenerational mobility' organizzata dal Dief (Dipartimento di Economia e finanza) di Uniba diretto dal professor Vito Peragine in partnership con la London School of Economics.
    L'evento, che ha portato a Bari 100 esperti di disuguaglianze provenienti dalle più rinomate università del mondo, si è chiuso con un appello ai 'grandi della terra' che si riuniranno dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia (Fasano) a tenere alta nelle agende l'attenzione al fenomeno delle disuguaglianze, strettamente connesso al tema delle povertà che aumentano col crescere delle iniquità.
    La prima proposta sollecita "politiche di investimento sul capitale umano e sulla sua istruzione" con l'obiettivo di rendere "il livello più elevato di istruzione accessibile a tutti e di accrescere il numero dei laureati che in Italia è fermo al 30%, la percentuale più bassa dei paesi avanzati. E' poi opportuno investire sui primissimi gradi di istruzione e sulle politiche per l'infanzia, che hanno il compito di compensare gli svantaggi nei primissimi anni di vita".
    Seconda proposta sulle "politiche di genere" per "ridurre e compensare il child penalty, ovvero il costo che la genitorialità ha sulle donne e sulle loro carriere lavorative (sia in termini salariali sia di quantità di lavoro offerto) mondo del lavoro".
    Come terzo punto si sollecita un "aumento della tassazione dei grandi patrimoni (su scala globale)". Quarta e ultima proposta: l'adozione di "politiche di gestione delle migrazioni. Il tema incrocia trasversalmente il mondo del lavoro e numerosi settori in cui misure finalizzate all'integrazione degli immigrati potrebbero al tempo stesso compensare la mancanza di manodopera in alcuni settori portanti dell'economia (agricoltura, edilizia, servizi) e rispondere ai bisogni di assistenza cura e di una popolazione sempre più vecchia".
   

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