Bagno di sangue in Iraq negli scontri con i jihadisti Isis. Sono oltre 200 le persone uccise dall'Isis nella zona di al Anbar, in Iraq, nelle tribù sunnite ostili allo Stato Islamico negli ultimi 10 giorni. Lo rendono noto responsabili e fonti locali.
Le fonti tuttavia sono varie e forniscono bilanci anche molto più drammatici. Un colonnello della polizia, Shaaban al-Obaidi, ha riferito di più di 200 morti, mentre al-Faleh Essaoui, vice presidente del consiglio provinciale di Anbar, parla di 258 morti. Le vittime "tra cui donne e bambini" appartengono "tutte alle tribù Albounimer" e sono stati uccise "negli ultimi tre giorni", dice Eassoui. Mentre lo sceicco Naim al-Kuoud al-Nimrawi, uno dei leader della tribù, riferisce di 381 persone uccise "tra il 24 ottobre e oggi (Domenica)".
Intanto il ministro della Difesa Pinotti lancia l'allarme sui terroristi arruolati dalla jihad. Si stima che i fondamentalisti 'arruolati' dall'Isis "possano aumentare di circa 1.000-1.500 unità", provenienti da diversi Paesi, "anche l'Europa"; i 'foreign fighters' italiani sarebbero una cinquantina: "sono numeri contenuti" ma "il problema è quando rientrano". Lo ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti a L'intervista su Sky parlando dei colloqui avuti ieri con le autorità egiziane sull'Isis. "Serve una risposta più efficace e rapida della comunità internazionale", ha aggiunto il ministro.
"Non sono ancora partiti i nostri 280 militari da inviare in Iraq". Lo ha detto il ministro della Difesa Roberta Pinotti a L'intervista su Skytg24. Sulla destinazione del contingente, il ministro ha spiegato che "abbiamo chiesto di poter lavorare nella zona del Kurdistan" e che prima di far partire i militari, che hanno il compito di addestrare le forze anti-Isis, deve essere individuato il luogo dove svolgeranno l'addestramento. In Iraq, comunque, è già stata inviata parte degli aiuti richiesti, come le armi e un aereo per il rifornimento in volo.
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