"Mi auguro che l'Europa e l'Italia possano fare di più" per la crisi umanitaria "di cui il Kurdistan porta il peso più grande". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, visitando stamane il campo profughi di Bahrka, a circa quaranta minuti da Erbil, in Iraq. Gestito dall'Unhcr insieme con le ong italiane di Intersos e Un Ponte Per, il campo ospita tremila persone scappate da Mossul dopo l'attacco dell'Isis.
Nelle tende del campo Gentiloni ha incontrato gruppi di bambini che stavano facendo lezione. Il ministro ha sottolineato come "in questo momento la preoccupazione più grande per le persone che vivono nel campo è l'avvicinarsi dell'inverno", per questo, tramite la cooperazione italiana, "è necessario fare di più", ha sottolineato Gentiloni.
Il ministro ha anche incontrato Vian Dakhil, la deputata irachena che con le sue denunce davanti alle telecamere, è diventata il volto e la voce della minoranza yazida. Dakhil, che cammina ancora con le stampelle dopo l'incidente a bordo dell'elicottero su cui viaggiava per portare aiuto ai profughi nella regione di Sinjar. Secondo quanto ha riferito Dakhil, "sono 3.500 le donne yazide rapite dall'Isis ed oltre 2.000 persone uccise dall'inizio dell'offensiva dei miliziani jihadisti".
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