Al largo dello Yemen, devastato dal conflitto tra i ribelli sciiti Huthi e una coalizione militare sunnita a guida saudita, arrivano un cacciatorpediniere ed una nave di appoggio della Marina militare iraniana. Hanno lo scopo, spiega il comandante della Marina iraniana Habibollah Sayyari, di garantire la sicurezza delle navi e degli interessi della Repubblica islamica nello strategico Golfo di Aden, solcato da mercantili e petroliere, ma anche di proseguire con una nuova missione di tre mesi in quella operazione di anti-pirateria, anche a difesa di navi di diversa bandiera, cui l'Iran partecipa dal 2008 in linea con le risoluzioni dell'Onu. Una missione che oggi però si inquadra in un contesto diverso, visto l'aggravarsi della crisi yemenita e il perdurare degli attacchi aerei dell'alleanza a guida saudita, sostenuta dagli Usa ma che le autorità iraniane ufficialmente chiedono da tempo di fermare, per favorire una soluzione politica interna. Intanto secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) almeno 560 persone sono state uccise e quasi 1.800 ferite dal lancio dell'offensiva dei ribelli sciiti e dei loro alleati in Yemen il 19 marzo scorso.
Tra le vittime sarebbero circa 300 i morti dall'inizio il 26 marzo della campagna aerea a guida saudita in sostegno del governo yemenita, secondo l'Oms. Le vittime includono almeno 74 bambini morti e 44 feriti dall'inizio dei bombardamenti, aggiunge l'Unicef.
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