Un'intensa ondata di raid russi ha colpito stamane la provincia siriana di Hama e le zone limitrofe, nella vicina provincia di Idlib, nell'ovest del Paese Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, aggiungendo che ci sono stati pesanti bombardamenti con missili terra-terra. Lo riferiscono i media internazionali.
Alta tensione Nato-Mosca. Jet turchi 'puntati' da Mig
(di Giuseppe Agliastro) La violazione dello spazio aereo turco da parte della Russia "non è stato un incidente": all'indomani della riunione d'urgenza del Consiglio Atlantico a Bruxelles, il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, rincara la dose e lancia un'ennesima stoccata contro Mosca per gli sconfinamenti dei jet russi nei cieli turchi. Tutto questo proprio mentre la Turchia rivela che alcuni suoi caccia sono stati puntati ieri da un "Mig-29 non identificato". La Nato respinge così le giustificazioni della Russia, secondo cui se sabato un caccia con la stella rossa è entrato nello spazio aereo turco è stato solo per pochi secondi e per un banale "errore di navigazione" dovuto alle "condizioni meteorologiche sfavorevoli".
Ma stando alla Nato e ad Ankara, più di un aereo militare ha sorvolato senza alcun permesso la Turchia sud-orientale nei pressi del confine con la Siria. La Turchia denuncia che ieri otto suoi F-16 "sono stati inseguiti da un Mig-29 non identificato per 4 minuti e 30 secondi durante un volo di pattugliamento" e che dei caccia turchi si sono trovati per 4 minuti e 15 secondi nel mirino dei sistemi missilistici di Damasco. Mosca, da parte sua, assicura di non avere Mig-29 in Siria ed è per questo che, secondo alcuni analisti, si potrebbe trattare di aerei dell'aviazione del fedele alleato di Putin, Bashar al-Assad. Ma non finisce qua: stando a quanto denuncia Ankara, domenica due F-16 turchi si sarebbero trovati per oltre 5 minuti nel mirino di un altro Mig-29, anche questo di provenienza non identificata. Mentre l'Alleanza atlantica accusa la Russia di aver violato lo spazio aereo turco - e quindi quello della Nato - sia sabato che domenica con un caccia Su-30 e un bombardiere Su-24.
Le già tese relazioni tra Russia e Turchia s'inaspriscono così ulteriormente. E non sembrano aver calmato molto le acque le assicurazioni di Mosca di non avere intenzione di condurre operazioni militari via terra in Siria e di non sostenere eventuali "volontari" che volessero unirsi alle truppe di Assad. Un'ipotesi ventilata ieri dal capo della commissione Difesa della Duma, ammiraglio Vladimir Komoyedov, e sulla quale stamattina è dovuto intervenire il Cremlino. In pochi giorni Ankara ha convocato per ben due volte l'ambasciatore russo, e da Bruxelles, Recep Tayyp Erdogan - che aveva già definito "un grave errore" i bombardamenti russi in Siria - ha avvertito il Cremlino che "un attacco alla Turchia è anche un attacco alla Nato" e che "se perde un amico come la Turchia, con cui ha portato avanti molti affari, perderà molto".
La Russia per ora risponde giocando la carta della diplomazia: invita Ankara a discutere di come evitare "equivoci" in Siria e i rappresentanti del ministero della Difesa turco a visitare Mosca per discutere della situazione. Ma accusa allo stesso tempo i media internazionali di travisare gli obiettivi della sua operazione militare attraverso "una potente campagna informativa antirussa". L'Occidente accusa infatti Mosca di colpire non solo - come dichiarato dal Cremlino - "l'Isis e altri gruppi terroristici" come i qaedisti di al Nusra, ma anche i ribelli anti-Assad "moderati": una tesi, questa, ribadita oggi dal numero uno della Nato, che ha addirittura dichiarato che gli aerei russi "non attaccano" il Califfato ma i gruppi dell'opposizione e i civili. Eppure, secondo il vice ministro della Difesa russo, Anatoli Antonov, i contatti tra Mosca e Washington non si sono di certo interrotti. Anzi, le due potenze starebbero lavorando a un documento per la cooperazione delle loro forze aeree nella lotta all'Isis in Siria. I raid russi intanto continuano: secondo il ministero della Difesa, solo oggi sono stati 20 e si sono abbattuti su 12 "obiettivi dell'Isis" colpendo "infrastrutture logistiche, centri di controllo e basi di addestramento". La tv di Stato siriana racconta che alcuni dei bombardamenti più recenti si sono abbattuti anche su Palmira, l'antica città finita nel mirino dei jihadisti. Ma la Russia smentisce la notizia bollandola come "una menzogna" e assicura che i suoi caccia in Siria non bombardano né i centri abitati né tantomeno i monumenti architettonici.
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