"Islam, religione di pace". Così è annunciata la 'lectio magistralis' per deputati e senatori che il grande Imam di Al Azhar, Ahmed al Tayyeb, terrà il prossimo 21 ottobre nella Sala della Regina a Montecitorio, affiancato dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, e dal presidente della Commissione Affari Esteri, Fabrizio Cicchitto. Ma, ancora prima che il 44esimo Sheikh del più importante centro teologico sunnita del mondo sbarchi in Italia, già infuriano le polemiche contro chi lo ha invitato. Ad aprire il fuoco sulla Boldrini è stato stamane il quotidiano 'Il Foglio', che accusa il teologo e filosofo egiziano di aver "invocato più volte la distruzione di Israele". "C'è da domandarsi - si chiede il giornale - cosa sia passato per la testa della presidente della Camera che ha invitato Tayyeb" proprio "nelle settimane in cui in Israele gli ebrei sono uccisi a coltellate, asfaltati con le automobili e assassinati a fucilate sotto gli occhi dei loro figli".
A rincarare la dose, in serata, è intervenuto l'ex ambasciatore di Israele in Italia, Avi Pazner, che ha esortato senza troppi giri di parole Laura Boldrini a ripensarci e ad "annullare l'invito". "Penso sia un errore fatale - ha detto il diplomatico - invitare ad una conferenza sulla pace un integralista che non riconosce il diritto all'esistenza di Israele". Roberto Natale, portavoce della presidente della Camera, replica che il grande imam è una figura importante nella lotta al terrorismo fondamentalista dell'Isis e che la sua visita romana "nasce nel segno del contributo alla pace, al dialogo e alla sicurezza internazionale". A riprova di ciò, al Tayyeb sarà ricevuto da "altre cariche istituzionali", tra cui - a quanto si apprende - anche lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella. "L'invito - precisa poi Natale - è stato formulato dalla presidente Boldrini sulla base di una espressa richiesta della Commissione Affari Esteri di Montecitorio, che ne aveva sollecitato 'l'autorevole contributo' come figura di rilievo nell'indispensabile azione di contrasto al dilagare del terrorismo e alla strumentalizzazione estremista della fede".
Il Grande Imam, dopo la strage di Charlie Hebdo, aveva pronunciato un discorso durissimo ("devono essere crocifissi") contro i terroristi del Califfato e aveva chiamato a raccolta tutto il mondo islamico, denunciando la manipolazione dei testi coranici. "Al Tayyeb è considerato un interlocutore moderato nel mondo occidentale. Non possiamo parlare solo con chi è uguale a noi. Lui esprimerà il suo punto di vista e poi interverremo io e Boldrini e denunceremo, oltre che l'islamofobia, anche l'antisemitismo", ha detto ai giornalisti il presidente della Commissione Esteri Cicchitto. Lo scorso anno, l'Imam ha tenuto un discorso molto apprezzato alla Camera dei Lord britannica e collabora attualmente con la Francia - si ricorda a Montecitorio - per istituire severi meccanismi di controllo sul messaggio diramato dalla galassia di moschee e di associazioni dell'area islamica. "Non vi è autorità istituzionale al più alto livello che oggi, recandosi in Egitto - sottolinea Natale - non incontri il Grande Imam". Al Tayyed intanto, in vista di parlare a Montecitorio e nel pieno della nuova Intifada dei coltelli, ha per il momento già redatto la sua predica di domani, venerdì - anticipata dall'agenzia egiziana Mena - in cui invoca l'unità del mondo arabo e musulmano contro il "comune nemico sionista", accusato di continuare "la sua aggressione contro la moschea di al Aqsa". Parole che, probabilmente, non calmeranno le acque della politica italiana.
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