"Come già detto dal ministro della Difesa, le autorizzazioni" ai droni americani da Sigonella verso la Libia "sono caso per caso: se ci sono iniziative contro terroristi e potenziali attentatori dell'Isis c'è uno stretto rapporto tra noi, soprattutto gli americani, e gli altri alleati. Siamo in piena sintonia con i nostri alleati internazionali". Lo dice il premier Matteo Renzi a Rtl 102.5. "Ci sono potenziali attentatori ed è evidente che l'Italia fa la sua parte come tutti gli altri", aggiunge.
La possibilità che le basi vengano utilizzate per operazioni antiterrorismo "non è preludio a un intervento militare". Lo ha detto il ministro degli esteri Paolo Gentiloni a Istanbul, precisando che "l'utilizzo delle basi non richiede una specifica comunicazione al parlamento, ma sarà il ministero della difesa a valutare" caso per caso. Il ministro ha precisato che l'autorizzazione concessa rappresenta "la conferma di una collaborazione tra Italia e gli Usa, caso per caso, ed è una collaborazione finalizzata a operazioni di difesa", non di attacco. "Oltretutto non credo che questa autorizzazione sia specificamente finalizzata alla Libia ma ad operazioni antiterrorismo in generale", ha concluso Gentiloni.
(IL PUNTO di Ugo Caltagirone) - L'Italia ha dato il via libera alla partenza di droni armati americani dalla base di Sigonella, in Sicilia. Destinazione la Libia e il Nord Africa, nell'ambito delle operazioni anti-Isis. Ma l'autorizzazione, giunta il mese scorso, è stata concessa da Roma ad una condizione: i velivoli potranno essere utilizzati solo a scopo difensivo, per proteggere l'azione delle forze speciali Usa. A svelare l'ok del governo Renzi all'amministrazione Obama è stato il Wall Street Journal, che parla di "svolta" dopo oltre un anno di negoziati.
Finora infatti la presenza dei droni a Sigonella, lì dal 2011, era consentita solamente per voli di sorveglianza e non armati. Il ministero della Difesa, confermando la notizia dell'accordo tra Washington e Roma, ha sottolineato come l'attività non sia ancora iniziata e dovrà essere sottoposta, di volta in volta, all'autorizzazione del governo, che ha chiesto precisi limiti. L'intesa è considerata un importante passo in avanti per la Casa Bianca e il Pentagono, che da tempo stanno lavorando per aumentare la pressione militare sull'Isis anche al di fuori di Siria e Iraq.
Nello specifico in Libia, dove gli uomini dello Stato islamico, approfittando del caos ancora in atto, stanno prendendo sempre più piede, con molti dei leader del gruppo che dalla città siriana di Raqqa si sono rifugiati nell'area di Sirte per sfuggire alla pesante campagna aerea in atto da mesi sulla Siria. Ma il Wall Street Journal, citando fonti dell'amministrazione statunitense, mette in evidenza come per Obama convincere gli alleati a un maggiore impegno nella lotta all'Isis in Libia e in Nord Africa sia una sfida non facile. Nel caso dell'Italia, la Casa Bianca e il Pentagono - scrive il quotidiano - stanno tuttora tentando di persuadere il governo Renzi ad autorizzare l'uso dei droni armati anche in operazioni offensive. Operazioni come quella condotta venerdì scorso contro un campo dell'Isis a Sabratha, nel nordovest della Libia, proprio di fronte alle coste italiane.
In quell'occasione sono stati uccisi almeno 30 jihadisti, e tra questi quasi certamente anche Noureddine Chouchane, considerato la mente degli attentati al museo del Bardo di Tunisi e del resort della spiaggia di Sousse, sempre in Tunisia. In questo caso i droni armati sono partiti da una base militare in Inghilterra, quella di Lakenheath. Finora - scrive ancora il Wsj - l'Italia si è rifiutata di cedere su questo punto, per paura di sollevare enormi polemiche interne e di alimentare nell'opinione pubblica un'opposizione contro la guerra. Soprattutto se nel corso delle operazioni dei droni ci dovessero essere vittime civili. Preoccupazioni reali, ammette del resto lo stesso Wsj, che ricorda come nell'ultimo raid di Sabratha hanno probabilmente perso la vita anche due ostaggi serbi.
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