"I rapporti non sono idilliaci, ma da oggi ci capiamo meglio". Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, vecchia volpe della diplomazia internazionale, riassume così la maratone negoziale che lo ha visto impegnato con il segretario di Stato Usa Rex Tillerson, al debutto a Mosca nel suo ruolo. Non era scontato, visto com'era partita la giornata, con Donald Trump che aveva dato "dell'animale" al presidente siriano Assad e accusato Putin di sostenere "il diavolo": non proprio un ramoscello d'ulivo per mettere a proprio agio le delegazioni. Passi avanti, dunque. Ma le divergenze restano. Tanto che in serata da Washington Trump rincara la dose: 'Assad è un macellaio' e 'con la Russia non stiamo andando per niente d'accordo', i rapporti tra i due paesi sono "ai minimi".
Le ultime ore hanno anche registrato un nuovo veto, l'ottavo, della Russia sulla Siria in Consiglio di Sicurezza Onu. Mosca ha bloccato la risoluzione promossa da Usa, Francia e Gran Bretagna sull'attacco chimico a Khan Shaykhun. Nel testo, oltre alla richiesta di accesso degli ispettori di Nazioni Unite e Opac per indagare sull'accaduto, si domandava a Damasco di cooperare pienamente con le due organizzazioni, anche fornendo i dati sui voli aerei del giorno dell'attacco e sulle basi militari. "Accettare la bozza occidentale voleva dire legittimare il raid americano in Siria", ha detto il vice rappresentante permanente di Mosca all'Onu, Vladimir Safronkov, commentando il veto russo in Consiglio di Sicurezza. "Avete paura di una indagine imparziale, quella che chiede la Russia", ha affermato.
Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha affermato che rimuovere Bashar al Assad da presidente della Siria potrebbe essere un vantaggio per i terroristi dell'Isis. Lo riporta l'agenzia Interfax.
Lavoreremo con la Nato per "risolvere il disastro in corso in Siria", ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
La Russia e gli Stati Uniti ritengono sia necessaria un'inchiesta dell'Onu sull'attacco chimico in Siria. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov al termine dell'incontro con l'omologo statunitense Rex Tillerson.
"In Siria la Russia non punta né su Assad né su chiunque altro", ha continuato Lavrov in conferenza stampa con Tillerson.
Il segretario di Stato americano Rex Tillerson ha accusato il regime siriano di Assad di aver usato bombe al cloro e altre armi chimiche in "oltre 50 occasioni".
"Bashar al Assad non può assolutamente governare la Siria, la sua rimozione dal potere deve avvenire in modo strutturato e organizzato", ha aggiunto il segretario di Stato Usa.
"I fragili progressi raggiunti in Siria sono in grave pericolo": è il monito lanciato dall'inviato Onu nel Paese mediorientale, Staffan de Mistura, durante la riunione del Consiglio di Sicurezza Onu, affermando che servono "progressi irreversibili". "Serve urgente consenso tra i maggiori attori in Siria per sostenere concretamente" una soluzione politica, ha aggiunto, e "ristabilire la credibilità del cessate il fuoco".
"Un animale": così Trump ha definito il presidente siriano Bashar Assad in un'intervista a Fox Business Network. Sempre rispetto alla situazione in Siria, ha aggiunto Trump, Vladimir Putin sta dando il suo sostegno ad "una persona diabolica", "molto negativa per il genere umano".
Nell'incontro, secondo quanto riporta Ria Novosti, Lavrov avrebbe sottolineato che Mosca ritiene vitale che in futuro non ci siano altri attacchi americani in Siria.
"La sua visita cade al momento giusto: per noi è importante capire le reali intenzioni del governo americano e le sue posizioni dopo alcune affermazioni contraddittorie". Così il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov a Rex Tillerson. "Non dateci una falsa scelta fra l'essere con voi o contro di voi", ha aggiunto Lavrov.
I rapporti fra Russia e Usa sono "peggiorati" da quando è stato eletto Donald Trump. Così Vladimir Putin in un'intervista rilasciata nella notte al canale Mir. "Possiamo dire che il livello di fiducia, sopratutto sul piano militare, non è migliorato e anzi con ogni probabilità è peggiorato", ha detto Putin rispondendo a una domanda.
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