La Russia, nel corso dell'intervento in Siria iniziato ormai quasi tre anni fa, nel settembre del 2015, ha ammassato equipaggiamento e mezzi militari per proteggere il Paese e (soprattutto) il suo personale.
Il cuore pulsante del sistema difensivo è rappresentato dal contingente di difesa missilistico S-400 ed S-300, considerato universalmente tra i sistemi più avanzati oggi sul mercato.
I cieli della Siria, dunque, sono teoricamente al sicuro ed è per questo che Mosca può fare la voce grossa e minacciare gli americani di essere pronta ad abbattere "missili e aerei" qualora decidessero di attaccare. La Russia però non protegge l'intero spazio aereo siriano, sostanzialmente affidato alle cure degli stessi siriani che possiedono sistemi antiaerei - S-75, S-125 e S-200, CUB e BUK - in gran parte risalenti ai tempi dell'Urss.
La crema degli armamenti russi è infatti concentrata nelle basi di Khmeimim (aerea) e di Tartus (navale). Solo a Khmeimim ci sarebbero circa 15 batterie di S-400 che, a seconda delle fonti, avrebbero un raggio di azione compreso fra i 200 e i 400 chilometri. In aggiunta a Tartus sono dislocati i sistemi missilistici difensivi marini Bastion; i media riportano poi che "le strutture russe in Siria" sono protette anche dai sistemi Pantsir-S1 (ma non è chiaro dove questi siano dislocati).
A tutto questo si aggiunge il contingente aereo. Nonostante i vari annunci di ritiro delle truppe fatti da Vladimir Putin, stando agli ultimi calcoli a Khmeimim dovrebbero trovarsi 12 caccia SU-30SM, 4 jet SU-35, 4 SU-25, almeno 1 aereo da ricognizione A-50U, un numero imprecisato di bombardieri SU-24 e 4 caccia SU-57 di quinta generazione (ovvero con tecnologia stealth).
Ultima ma non ultima, la marina. Proprio ieri mattina è emerso che 15 vascelli russi, tra cui le fregate Grigorovich ed Essen, dotate di missili da crociera Kalibr, nonché dei sottomarini, stanno svolgendo esercitazioni belliche nei pressi delle acque territoriali siriane. A corollario c'è il gioco delle alleanze. Il plenipotenziario di Putin per la Siria, Alexander Lavrentiev, ieri si è incontrato con l'ammiraglio Ali Shamkhani, segretario del Consiglio Supremo di Sicurezza iraniano. I due, sostengono alcune fonti, avrebbero discusso del possibile utilizzo da parte della Russia della basa aerea iraniana di Hamedan nel caso di un attacco Usa in Siria.
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