"Per quanto ne so, ci sono almeno 5 casi" di migranti "uccisi" dalle forze di sicurezza della Grecia al confine con la Turchia. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, rispondendo ai giornalisti al seguito sul volo di ritorno dalla visita in Russia. "Oltre a tutto questo, c'è ovviamente anche un approccio molto brutale" della Guardia costiera greca nel Mar Egeo "che affonda i barconi" di migranti in avvio dalla Turchia, ha aggiunto il leader turco.
È salito a 142.175 il numero dei migranti che secondo la Turchia si sono diretti dalle zone interne del Paese verso la frontiera con la Grecia per cercare di entrare nell'Ue, dopo che il governo di Ankara ha annunciato una settimana fa che non li avrebbe più fermati. Lo riferisce il ministro dell'Interno turco Suleyman Soylu. Ieri Soylu aveva parlato di 138 mila persone. Atene ha confermato finora circa 35 mila tentativi illegali di attraversamento impediti.
"Non abbiamo più tempo di discutere con la Grecia. I profughi andranno fin dove possono. Noi non cacciamo nessuno con la forza dal nostro Paese, queste persone se ne vanno di propria volontà", ha proseguito il leader di Ankara. "L'Occidente purtroppo è ipocrita. Hanno subito allocato 700 milioni di euro per la Grecia. La cancelliera" tedesca Angela Merkel "ci aveva parlato di un aiuto di 25 milioni di euro, ma ancora non è arrivato nulla", ha aggiunto ancora Erdogan.
"Abbiamo espresso la nostra solidarietà ai Paesi che stanno affrontano una situazione ai loro confini, in primis la Grecia, e abbiamo sottolineato il nostro totale disaccordo nei confronti della Turchia per le sue attività di trivellazioni a Cipro". Così l'Alto rappresentante dell'Ue, Josep Borrell, al termine della riunione straordinaria sulla Siria dei ministri degli Esteri Ue, a Zagabria. "Ci siamo focalizzati sulla situazione ai confini europei e ribadiamo il fatto che rigettiamo una situazione nella quale i migranti affluiscano ai confini europei dopo che qualcuno dice loro che i confini sono aperti, incoraggiarli non è accettabile", ha detto Borrell.
Da stamani si sono verificati nuovi scontri al confine tra Turchia e Grecia, dove continuano a essere accampati migliaia di migranti che cercano di entrare nell'Ue. La polizia di frontiera di Atene ha sparato gas lacrimogeni e getti di cannoni ad acqua contro gruppi di persone che cercavano di oltrepassare la frontiera, mentre gli agenti turchi hanno risposto con lacrimogeni lanciati verso il lato greco. Lo riferiscono media locali. I migranti hanno risposto ai respingimenti con lanci di pietre. Fonti governative greche accusano la Turchia di aver compiuto "attacchi coordinati" per "aiutare i migranti ad attraversare la recinzione sulla linea di confine". Atene denuncia inoltre che Ankara avrebbe fornito ai profughi utensili per tagliare o danneggiare le recinzioni. Stamani, si segnala lo sgombero di alcuni accampamenti di migranti, trasferiti su alcuni autobus. Non è ancora chiaro tuttavia se si tratta di uno spostamento lungo il confine o se le autorità di Ankara abbiano iniziato ad allontanarli progressivamente dalla frontiera, una settimana dopo aver annunciato che non li avrebbero più fermati se avessero voluto recarsi in Europa.
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