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A Budapest va in scena il monologo 'il violino di Aushwitz'

A Budapest va in scena il monologo 'il violino di Aushwitz'

La storia della giovane musicista Eva Maria Levy

ROMA, 27 gennaio 2025, 14:47

Redazione ANSA

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Un racconto di crudeltà e allo stesso tempo di riscatto, di perdita e di salvezza, di inferno e di libertà.

E' questo 'Il violino di Aushwitz' , monologo con musica dal vivo che l'Istituto Italiano di cultura di Budapest propone il 30 gennaio per celebrare il Giorno della memoria.
    Interpretato da Sabrina Modenini con al violino Eleonora Lattarico, il testo si ispira all'omonimo racconto di Anna Lavatelli, alla biografia di Eva Maria Levy e alla vicenda dell'Orchestra del Campo di Auschwitz.

L'adattamento è di Andrea de Manincor Alla base del racconto c'è la storia di una famiglia, che da Verona si trasferisce a Torino, dopo la promulgazione delle leggi razziali nel '38, e che dopo l'armistizio del '43 aveva sperato di poter scampare alla bufera. La famiglia Levy è composta da padre, madre e due figli, Eva Maria ed Enzo, entrambi appassionati di musica, in particolar modo lei, la giovane e talentosa Eva Maria, che all'età di 16 anni riceve in dono uno splendido violino francese della famosa liuteria Collin-Mézin. Nella versione teatrale saranno le cronache e sarà in parte il violino stesso a raccontare la storia di Eva Maria e della sua famiglia. Durante una retata i Levy, che si erano momentaneamente spostati a Villa Truffini, a Tradate, in attesa di emigrare verso la Svizzera, vengono catturati dalle truppe tedesche e messi su uno dei vagoni della morte che partivano da Milano, dal fatidico Binario 21, tranne il padre, Edgardo, salvato da un capostazione. Senza lasciare mai il proprio violino, Eva Maria sopravvivrà almeno un anno nel campo di concentramento di Auschwitz, separata dal fratello e dalla madre, suonando nell'Orchestra del campo, diretta da Alma Rose, nipote di G. Mahler. Eva Maria si toglierà poi la vita. Una volta liberato, il fratello Enzo riuscirà miracolosamente a recuperare il violino della sorella. Il violino inizia una peregrinazione per antiquari, finché a recuperarlo definitivamente, e a salvarne la storia misteriosamente contenuta in un cartiglio contenuto nella cassa armonica, sarà il collezionista torinese Carlo Alberto Carutti.
   

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