(di Enrico Tibuzzi)
"Un momento storico", un'intensità
nelle relazioni bilaterali "senza precedenti": per
l'ambasciatore d'Italia in India, Antonio Bartoli, la prima
volta di nave Vespucci nel porto di Mumbai coincide con una
svolta nei rapporti italo-indiani maturata, dopo un periodo
difficile, nel corso dei cinque incontri che negli ultimi due
anni hanno avuto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il
premier indiano Narendra Modi. L'ultimo il 18 novembre scorso,
quando a margine del G20 di Rio è stato firmato un piano
strategico congiunto che apre nuovi orizzonti.
"Stiamo vivendo un momento storico", ha detto Bartoli
all'ANSA in occasione della visita sulla nave scuola della
Marina Militare ormeggiata nel porto della capitale finanziaria
dell'India, da oggi accessibile al pubblico locale insieme al
Villaggio Italia, l'expo itinerante delle eccellenze nazionali.
"Per la Vespucci è la prima volta qui. Ma è anche un momento
particolarmente importante nei rapporti tra i due Paesi: il
livello delle relazioni bilaterali registra un'intensità senza
precedenti. Si è veramente voltato pagina" rispetto ai problemi
del passato.
Le priorità e gli obiettivi indicati nell'accordo
sottoscritto a Rio, ha detto ancora l'ambasciatore, "devono ora
tradursi in progetti e risultati concreti. Dialogo politico,
economia, sicurezza, difesa, spazio, turismo, transizione
energetica, cultura sono settori che presentano prospettive
enormi".
L'India alternativa alla Cina? "Senza cadere in facili
scorciatoie o ricette semplicistiche - ha osservato Bartoli - è
un fatto che questa è l'economia che cresce di più tra i Paesi
importanti. Una crescita che in media è il doppio di quella
mondiale. Inoltre, questo è un Paese con una popolazione che ha
un'età media di 28 anni e che fino al 2078 vedrà gli under 25
superare gli over 65. Vuol dire che nel 2050 gli indiani saranno
1,6 miliardi mentre i cinesi saranno invecchiati e scenderanno a
1,2 miliardi. E' un dividendo demografico - ha proseguito
l'ambasciatore - che rappresenta una strepitosa opportunità di
mercato". Ma anche una sfida. L'India diventerà entro il 2027 la
terza economia mondiale ed entro il 2030 la terza borsa valori;
ciò non basterà certo a risolvere il problema delle
diseguaglianze. "Occorrerà sviluppare il settore manifatturiero,
l'unico - ha osservato Bertoli - che può assorbire questa
crescita demografica con la sua intensità di lavoro. Cosa che
l'hi-tech e i servizi, oggi settori trainanti dell'economia
indiana, non possono fare".
I due governi, ha quindi ricordato il rappresentante
diplomatico dell'Italia a Delhi, hanno anche firmato un accordo
sulla mobilità "di mutuo interesse, direi win-win. Da un lato
l'India ha necessità di sviluppare un'industria che assorba
sempre più manodopera ma anche di collocarla all'estero. Noi
siamo interessati a quella più specializzata. E l'accordo dice
che possiamo portare in Italia personale qualificato, a
condizione che venga formato in India, per fare fronte alle
carenze di figure professionali del nostro mercato del lavoro.
Il primo progetto che stiamo cercando di mettere in piedi è
sugli infermieri. Da noi ne mancano 65 mila mentre in India c'è
uno dei migliori livelli professionali". Certo occorrerà
risolvere questioni come il riconoscimento dei titoli e la
barriera linguistica. Ma la strada da seguire per non lasciar
decidere agli scafisti chi deve arrivare in Italia è questa", ha
concluso Bartoli.
Intanto, in attesa che domani si svolga la cerimonia
ufficiale di apertura, i cancelli del Villaggio Italia e le
passerelle di Vespucci hanno aperto al pubblico indiano affluito
in maniera massiccia per ammirare il veliero 'più bello del
mondo' e i prodotti di punta del design e della tecnologia
italiana. Un flusso che è stato accompagna dalla musica suonata
dalla banda dell'Aeronautica Militare in una scenografia che
vede la maestosità di Vespucci fare da quinta che chiude il
perimetro del Villaggio.
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