L' evento di presentazione del
saggio "La era de la revancha" (L'era della rivalsa-Ed.
Anagrama), del giornalista Andrea Rizzi, ha offerto martedì sera
all'ambasciata d'Italia a Madrid un'analisi penetrante delle
complesse dinamiche che plasmano il mondo contemporaneo.
Nell'introdurlo, l'ambasciatore Giuseppe Buccino Grimaldi ha
evidenziato la rilevanza dell'opera, definendola "un libro
importante, che fa riflettere, non solo un libro di relazioni
internazionali, un libro polifonico".
L'autore, Andrea Rizzi,
corrispondente di Affari Globali de El Pais, ha delineato un
quadro articolato, in cui il "revanchismo" si manifesta sia a
livello internazionale, attraverso le ambizioni di potenze come
Russia e Cina, sia a livello nazionale, alimentando
polarizzazioni e divisioni.
"Siamo in una nuova epoca, un nuovo paradigma i cui sintomi
si stavano configurando già da tempo.
Un paradigma con una
corrente di rivalsa, con potenze come la Russia e altre che
cercano di riconfigurare l'ordine in modo conforme ai loro
interessi.", ha rilevato Rizzi.
Nel colloquio con l'autore, Teodora Danisi, consigliere
culturale dell'ambasciata, ha osservato che "il titolo è un
chiaro riferimento al francese revanche, inteso come recupero
dei territori perduti, come può essere Ucraina per la Russia o
Taiwan per la Cina". Domandando se l'attuale polarizzazione non
abbia portato già oltre l'ordine mondiale creato dopo la seconda
guerra mondiale.
E si è riallacciata a quanto evidenziato dall'ambasciatore
Buccino Grimaldi: "Noi eravamo abituati al diritto
internazionale come un diritto che per alcuni aspetti diventava
addirittura in ius cogens cioè un diritto cogente che valeva
sempre e comunque, senza problemi di prescrizione e di
territorialità". Mentre "oggi il quadro cambia e si complica",
ha rilevato l'ambasciatore.
Rizzi ha chiarito che la rivalsa in Occidente, cui fa
riferimento nel saggio, "non è una conquista territoriale, nel
concetto classico di revanchismo, bensì una volontà di liberare
territori economici e culturali da parte di classi che si sono
sentite insoddisfatte del funzionamento del sistema, soprattutto
dopo la caduta del muro di Berlino, con l'affermazione di una
globalizzazione neoliberale, che ha prodotto grandi benefici per
l'umanità, ma anche elementi di pessimismo". Un malessere del
quale hanno saputo approfittare soprattutto le forze
nazionaliste e dell'ultradestra. E ha segnalato che, ciò che
oggi è in gioco non è un ritorno delle grandi potenze all'ordine
di Yalta, con la spartizione delle zone di influenza. Ma "i
principi stessi di integrità territoriale, di sovranità sanciti
nella conferenza di Helsinki", che aprì le porte alla
distensione fra est e ovest.
L'autore ha sottolineato "l'urgenza di una rifondazione del
progetto europeo", perché sua capace di rispondere alle sfide
globali e di promuovere un multilateralismo efficace. E ha
rilevato segnali incoraggianti di "una maturazione fortissima di
un nuovo europeismo". Un risveglio tuttavia possibile "solo
sviluppando un'integrazione a 360 gradi" fra i soci europei,
non solo sul fronte militare, ma anche "per un'integrazione
economica, per la difesa dei sistemi democratici e con una
riconsiderazione delle relazioni internazionali in questa nuova
era".
Rizzi ha, inoltre messo in guardia sui rischi della
manipolazione dell'informazione e dell'impatto dell'intelligenza
artificiale sulla democrazia. E ha invitato a "una riflessione
profonda sulla necessità di un impegno collettivo per difendere
i valori democratici e promuovere un ordine internazionale
basato sul diritto".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA