''Sembra che le potenze occidentali abbiano ceduto sul loro impegno di impedire che l'Iran ottenga armi nucleari''. Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu riguardo le trattative tra Teheran e il gruppo del 5+1. " Hanno accettato il fatto - ha spiegato Netanyahu ad una conferenza del suo partito il Likud, riferendosi di nuovo a Usa e Ue con toni polemici - che l'Iran, sviluppirà gradualmente nei prossimi anni le capacita' per produrre materiale fissile per molte bombe nucleari. Forse loro possono vivere con questo, ma io non posso''. ''Io rispetto la Casa Bianca e il presidente degli Stati Uniti - ha poi aggiunto - ma su una materia cosi' decisiva, che può determinare o meno la nostra sopravvivenza, devo fare di tutto per prevenire un così grande pericolo per Israele''
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha rifiutato ieri l'invito ad incontrare privatamente i democratici del Senato americano durante la sua visita a Washington in programma la prossima settimana, dicendo che l'incontro "potrebbe aggravare la percezione erronea di partigianeria" che circonda il suo viaggio. Facendo infuriare Casa Bianca e democratici, Netanyahu ha accettato invece un invito da parte dei leader repubblicani a partecipare ad una seduta congiunta del Congresso il 3 marzo dove intende parlare dell'Iran. I leader repubblicani non hanno consultato l'amministrazione Obama, cosa che la Casa Bianca ha definito una violazione del protocollo. Il consigliere nazionale della sicurezza Susan Rice, citata dai media israeliani, ha detto che ''il discorso e' distruttivo delle relazioni tra i due paesi''. Al tempo stesso Netanyahu ha deciso di non accettare l'invito di alcuni senatori democratici che avrebbero voluto incontrarlo durante il viaggio negli Usa. Per Rice il discorso che Netanayhu terra' non e' solo 'distruttivo' ma anche ''infelice'' per le relazioni tra Usa e Israele. Per quanto riguarda l'invito dei senatori democratici, Netanyahu ha motivato il suo diniego con il fatto di ritenere che ''a questo punto potrebbe aumentare la cattiva percezione di partigianeria riguardo la mia imminente visita''.
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