Il famoso neurologo e scrittore britannico Oliver Sacks è morto oggi a New York all'età di 82 anni. Lo scrive il New York Times online citando Kate Edgar, la sua assistente.
Sacks, come lui stesso aveva annunciato a febbraio in un editoriale sul Nyt, era affetto da cancro, che lo aveva colpito al fegato ed era entrato nella sua fase terminale.
Uno dei suoi più famosi libri è 'L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello', uscito nel 1985. Da un altro libro, Risvegli, era stato tratto un film con Robin Williams e Robert De Niro.
L'ultimo Tweet di Oliver Sacks e' stato un video con un flashmob dell' Inno alla gioia di Beethoven. "Un modo bellissimo di suonare uno dei grandi tesori musicali", aveva commentato il 23 agosto.
A beautiful way to perform one of the world's great musical treasures. https://t.co/ZNhUjl3fkZ
— Oliver Sacks (@OliverSacks) 23 Agosto 2015
Sacks amava la musica: agli effetti della musica sul cervello aveva dedicato uno dei suoi bestseller, 'Musicophilia', del 2007.
Era collaboratore de la Repubblica e il suo ultimo intervento era stato dedicato al suo coming out.
''Non penso alla vecchiaia come a un epoca piu' triste da sopportare ma un tempo di piacere e liberta': liberta' dalle fastidiose urgenze di giorni precedenti, liberta' di esplorare i miei desideri e di legare assieme pensieri e sentimenti di una vita'': così l'autore di 'L'uomo che scambio' la moglie per un cappello' (fu il suo primo bestseller) e da ultimo 'Allucinazioni', aveva parlato il giorno del suo ottantesimo compleanno, il 9 luglio 2013. Il suo 'Elogio della Vecchiaia (Non sto scherzando)' era apparso il 7 luglio sulla pagina delle opinioni del New York Times. ''Ottanta! Non riesco a crederci'', scrive Sacks: ''Spesso mi sembra che la vita sia appena cominciata e subito mi accorgo che sta per finire''. Non e' per giovanilismo che il neurologo si sente giovane, ma perche' e' cresciuto cosi' fin da ragazzo: sua madre era sedicesima di 18 figli, lui l'ultimo di quattro. ''Sono sempre stato il piu' giovane nella mia classe al liceo e questa sensazione, di essere il piu' giovane, mi e' rimasta anche se adesso sono quasi la persona piu' vecchia tra le mie conoscenze''.
La realta' e' che, a dispetto di una serie disparata di problemi medici e chirurgici che includevano un cancro allora superato, gravi problemi di vista e alle ossa, Sacks scriveva di essere ''felice di essere vivo''. Felice ''di aver provato tante cose - alcune meravigliose, altre orribili - di aver saputo scrivere decine di libri e di aver ricevuto innumerevoli lettere da amici, colleghi e lettori. Di aver goduto quella che Nathaniel Hawthorne aveva definito 'una comunione col mondo'''.
Rimpianti pochi: ''Aver perso tanto tempo. Essere ancora terribilmente timido come ero a 20 anni. Non parlare altro che la mia lingua madre. Non aver viaggiato e conosciuto altre culture come avrei voluto''. Ma il bilancio e' quello di una vita ben vissuta e pronta a ad essere vissuta ancora per anni: ''Spero di completare la mia vita'', scriveva il neurologo. E che alcuni dei suoi libri ''continuino a parlare ancora'' dopo la sua morte. Di qui la bellezza degli 80 anni: ''Uno puo' ancora guardare lontano e avere un vivido, vissuto senso della storia impossibile quando si e' piu' giovani. Posso immaginare, sentire nelle mie ossa, il significato di un secolo. Non avrei mai potuto farlo a 40 o 60 anni''.
Ecco l'intervento di Oliver Sacks alle Ted Talks sul tema di ciò che le allucinazioni rivelano della nostra mente:
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