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Usa, Comey inguaia Trump: 'Russia interferì sul voto'

Usa, Comey inguaia Trump: 'Russia interferì sul voto'

'Il presidente ha detto bugie, ha scelto di diffamarmi'

WASHINGTON, 09 giugno 2017, 16:08

Redazione ANSA

ANSACheck

James Comey © ANSA/EPA

James Comey © ANSA/EPA
James Comey © ANSA/EPA

Donald Trump contesta le ricostruzioni dell'ex direttore dell'Fbi, James Comey. In particolare,  contesta la richiesta di lealtà e di lasciar andare l'indagine su Michael Flynn, l'ex consigliere alla sicurezza nazionale travolto dal Russiagate. Secondo indiscrezioni raccolte dalla ABC, Trump "nega recisamente" di aver chiesto a Comey lealtà e di avergli chiesto di lasciar perdere le indagini su Flynn.

Audizione alla commissione intelligence del Senato americano dell'ex capo dell'Fbi, James Comey, seguita in diretta tv da tutti i principali media Usa. Comey appare visibilmente serio e stanco.

Comey racconta come le ambigue spiegazioni per il suo licenziamento lo abbiano "confuso, visto che fino ad allora mi era stato ripetuto che stavo facendo un gran lavoro. L'amministrazione Trump - prosegue - ha scelto di "diffamare me e l'Fbi, e ha mentito su di me e sull'Fbi. L'Fbi è e sarà sempre indipendente. Non c'è alcun dubbio - è l'affondo di Comey - che la Russia abbia interferito nelle elezioni americane, ma ho fiducia che nessun voto sia stato alterato. C'e' stato uno sforzo massiccio da parte di Mosca - ha detto di colpire le elezioni presidenziali americane e l'Fbi seppe dei tentativi di hackeraggio da parte dei russi alla fine del 2015. Ad essere colpiti - ha spiegato l'ex numero uno dell'Fbi - centinaia di obiettivi, di entità nel tentativo di compromettere il processo elettorale. L'amministrazione Obama cercò quindi di fare di tutto per contrastare questi cyberattacchi. Non sta a me dire - ha sottolineato Comey - se c'è stata ostruzione alla giustizia da parte del presidente Donald Trump". L'ostruzione di giustizia è uno dei reati per il quale si potrebbe ricorrere all'impeachment del presidente. 

James Comey ha raccontato di aver preso appunti dopo l'incontro con il presidente Donald Trump perche' ''temevo avrebbe potuto mentire''. L'ex direttore dell'Fbi scrisse dei memo dopo ''quasi tutti'' gli incontri con Trump. Appunti presi nella consapevolezza che un giorno sarebbero potuti essergli utili, spiega, sottolineando come ne' con Barack Obama ne' con George W. Bush aveva ritenuto fosse il caso di prendere appunti.

"Il presidente Donald Trump  - ha anche detto Comey - non era sotto indagine quando io era direttore dell'Fbi''.

L'ex capo dell'Fbi ha risposto con un 'no' alla domanda se Donald Trump o qualche esponente dell'amministrazione abbia chiesto di fermare l'inchiesta del Bureau sulle interferenze russe nelle elezioni Usa. 

Nella sua audizione, Comey ha sostenuto che il suo buon senso gli suggerì che Donald Trump stava cercando di ottenere qualcosa in cambio per mantenerlo in carica alla guida del Bureau. "Avevo la sensazione che qualcosa stava per accadere - racconta degli incontri col presidente - e capivo che dovevo stare molto attento. Ricordo che pensavo che ci potessero essere sviluppi inquietanti. Trump - ha precisato - non ordino' esplicitamente di lasciar cadere le indagini sull'ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn" ma Comey interpreto' le sue parole come una disposizione, nel senso che "voleva che lasciassi cadere l'inchiesta su di lui".

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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