Nel day after dello storico impeachment per l'Ucrainagate, un furioso Donald Trump cerca una rapida assoluzione sollecitando il Senato a maggioranza repubblicana a fissare subito il processo. E incassa subito, oltre alla confortante reazione di Wall Street, il controverso appoggio di Vladimir Putin, ritenuto dall'intelligence Usa e dal rapport Mueller colui che ha ordinato le interferenze russe nelle presidenziali del 2016. L'impeachment, afferma il leader del Cremlino facendo propria la teoria del tycoon nella consueta conferenza stampa di fine anno, "è solo la continuazione di una lotta politica interna. Il partito che ha perso le elezioni, quello democratico, ha tentato di ottenere risultati attraverso altri mezzi, accusando Trump di collusione con la Russia ma poi si è scoperto che non era vero e non poteva essere la base di un impeachment.
Ora tirano in ballo le presunte pressioni sull'Ucraina. Ma i repubblicani hanno la maggioranza al Senato ed è estremamente difficile che destituiscano un rappresentante del loro partito per motivi che sembrano assolutamente inventati". Un intervento a gamba tesa nella politica interna americana che Putin raramente si concede e che alimenta i sospetti di un asse non disinteressato con The Donald. C'è tuttavia un nuovo scontro tra i due partiti e un grosso ostacolo sulla strada di un processo lampo in Senato, finora atteso per la seconda settimana di gennaio. Subito dopo il voto di ieri, la speaker della Camera Nancy Pelosi ha avvisato che non trasmetterà i due articoli d'impeachment finché il Senato non definirà le regole di un giusto processo.
La mossa, ribadita oggi, rischia di far slittare il giudizio e di tenere Trump sulla graticola dell'impeachment. I dem vogliono che siano acquisiti nuovi documenti e sentiti almeno quattro testimoni finora bloccati dalla Casa Bianca, tra cui l'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton e il capo dello staff presidenziale Mick Mulvaney. E chiedono garanzie di correttezza, dopo che il leader dei repubblicani al Senato Mitch McConnell è andato alla Casa Bianca per coordinare le strategie e ha affermato che non sarà un giudice imparziale, come il collega Lindsey Graham. Ma per ora McConnell ha respinto ogni istanza, accusando in aula i dem di aver istruito l'impeachment "più frettoloso, meno accurato e più ingiusto della storia".
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