Per le società di persone urge "una
riforma che introduca correttivi volti a facilitare trasparenza
delle informazioni, anche contabili, e forme di rendicontazione
semplificata che possano essere utili anche nella prospettiva
della loro finanziabilità": questa la principale indicazione
emersa dal convegno "Le società di persone: prospettive di
riforma per trasparenza e finaziabilità" organizzato dal
Consiglio nazionale dei commercialisti, che si è tenuto oggi
pomeriggio, a Roma, a cui hanno preso parte diversi studiosi e
il presidente del Consiglio nazionale del Notariato, Giulio
Biino.
"Nonostante negli ultimi anni si sia registrato un calo delle
società semplici neocostituite a favore di un aumento delle
società di capitali - ha affermato il consigliere nazionale dei
commercialisti con delega al diritto societario David Moro - si
tratta ancora di un fenomeno di una certa importanza, con circa
700.000 società di persone attive che rappresentano l'11% degli
addetti totali occupati nelle imprese italiane", ma "molte delle
vigenti disposizioni sulle società di persone sono difficilmente
compatibili con recenti riforme che hanno interessato l'impresa
in generale come, ad esempio, potrebbe avvenire con riferimento
alla disposizione sugli assetti organizzativi introdotti nel
2019 con il Codice della crisi".
Concetti condivisi nel suo intervento di saluto anche dal
vicepresidente del Consiglio nazionale della categoria Michele
de Tavonatti, che ha annunciato la volontà della categoria di
lavorare ad una proposta organica di riforma per la quale "sarà
importante il confronto e la condivisione di idee" con diversi
protagonisti del settore quali "imprese, banche e altri Ordini
professionali".
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