"Gli attacchi di questi giorni alla polizia sono inaccettabili". Il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, scende a difesa dei suoi uomini, nel mirino dopo le immagini della manifestante calpestata durante il corteo di sabato scorso a Roma. Ribadisce la sua contrarietà al numero identificativo per gli agenti in piazza, dopo le aperture del viceministro Filippo Bubbico. E minaccia di vietare il centro storico della Capitale alle manifestazioni. Soddisfatti i sindacati di polizia, critica la sinistra. Alfano porta in conferenza stampa diverse foto che mostrano dei manifestanti mentre "tentano di saccheggiare il centro di Roma" per sottolineare che "noi siamo dalla parte degli uomini e delle donne in divisa che difendono il paese ogni giorno". L'obiettivo è quello di contrastare le polemiche scoppiate per il filmato dell'agente 'calpestatore', definito "un cretino" dal capo della polizia, Alessandro Pansa ed indagato dalla procura.
"Questi - ironizza il ministro indicando le foto - sono i bravi ragazzi che si battono contro l'austerità e la precarietà". Quanto al poliziotto indagato per gli scontri, "se qualcuno ha sbagliato se ne occuperà chi di dovere". Il titolare del Viminale definisce poi "inaccettabile che il centro storico di Roma sia sottoposto al rischio di saccheggio ogni due o tre mesi. Non vorremmo che ci costringessero a vietare in queste manifestazioni l'accesso al centro storico" della Capitale. Quanto al numero identificativo per gli uomini di divisa, "se questi sono i manifestanti, l'identificativo ci vorrebbe per loro, non per la polizia". Le parole del ministro sono musica per le orecchie dei sindacati di polizia, che si affrettano a ringraziarlo. "Oggi - dice Felice Romano, segretario del Siulp - il ministro ha ridato fiducia e motivazione alle donne e agli uomini della Polizia di Stato e di tutte le forze dell'ordine che, nonostante i 'quattro soldi' con cui vengono retribuiti e nonostante gli attacchi fisici e morali hanno sempre continuato a fare il loro dovere fino al sacrificio estremo".
Quanto detto da Alfano, fa eco Gianni Tonelli, presidente nazionale del Sap, "fa piacere perché il 'sistema' del Viminale, nel suo complesso, era apparso carente nei nostri confronti all'indomani degli ultimi scontri verificatisi a Roma e si erano creati dei 'vuoti' che rischiavano di lasciare un segno indelebile e non positivo nei confronti delle motivazioni del personale". Critico, invece, il leader di Sel, Nichi Vendola. "Che Paese è - si chiede - quel Paese in cui il ministro dell'Interno scarica il capo della Polizia, smentisce il viceministro dell'Interno pur di difendere determinati poliziotti che hanno abusato del loro potere?". Dario Ginefra del Pd sostiene di essere "con Alfano quando alza le foto di ciò che le forze di polizia si trovano ad affrontare nello svolgimento del loro lavoro, ma vietare cortei nel centro storico significa di fatto silenziare significativamente la voce delle manifestazioni, che oggi più che mai vanno ascoltate con attenzione". Ignazio La Russa (Fdi), infine, invita il ministro ad "unirsi alla proposta di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale che chiede le dimissioni del suo viceministro Bubbico, se dopo giorni di suo assordante silenzio non vuole limitarsi alle parole di circostanza a favore delle Forze dell'ordine e contro la strumentale proposta del codice identificativo".
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