Sì a un Senato elettivo, ma mantenere il patto sulle riforme tra Berlusconi e Renzi che invece escludeva questa soluzione. Lo hanno detto in commissione Affari Costituzionali del Senato, durante il dibattito sulle riforme, il presidente dei senatori di FI, Paolo Romani, e il capogruppo in Commissione, Donato Bruno.
Renzi, con Senato rivoluzioniamo processo leggi "L'abolizione del Cnel è facile, è un ente inutile e anche sul titolo V sono tutti d'accordo. Il passaggio sul Senato non è del tutto chiarito, si discute come deve essere composto, se una parte deve elettiva ma è una contraddizione con l'impostazione di fondo e qualcuno non vuole le 21 personalità decise da Colle. Togliendo l'indennità ai senatori e facendo sindaci e presidenti di Regione fai una rivoluzione e semplifichi il procedimento legislativo.
Prosegue il braccio di ferro sulle riforme all'interno del Pd tra gli oppositori del ddl del governo guidati da Vannino Chiti e il ministro per le riforme Maria Elena Boschi. In questa frattura ha cercato di incunearsi M5s, che ha annunciato il sostegno al ddl Chiti, alternativo a quello del governo.
Dentro FI monta la fronda contraria alla riforma, nonostante il nuovo incontro Berlusconi-Renzi di due settimane fa.
''Il Governo propone e non pretende'' il ritiro del disegno di legge firmato da Chiti e altri del Pd: il ''problema'' è ''il rispetto dei tempi che ci siamo dati. Per una questione di credibilità. Abbiamo detto che la riforma va approvata in prima lettura a Palazzo Madama entro il 25 maggio''. Così, intervistata da Repubblica, il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi difende il testo del governo per la riforma del Senato.
''Le elezioni c'entrano poco - spiega -. C'entra invece il fatto che il 27 maggio Renzi incontra gli altri premier europei per discutere del futuro continentale. C'entra che la commissione europea, qualche settimana dopo, valuterà il lavoro che abbiamo fatto sull'economia. Se ci presentiamo a questi appuntamenti avendo approvato la riforma del Senato e del Titolo V, avremo una maggiore credibilità''. ''Avevo 15 anni - ricorda - quando l'Ulivo mise, nelle sue tesi, l'idea di un Senato non elettivo, sul modello tedesco. Nessuno gridò allo scandalo. Da ministro delle Riforme, Chiti confessò in Parlamento di preferire l'ipotesi di un Senato eletto ma indicò come alternativa la soluzione tedesca. Non vedo come possa appellarsi a un caso di coscienza''. Detto questo, ''siamo il Pd - aggiunge - Sono gli altri quelli che espellono i dissidenti''. Boschi invita i costituzionalisti Zagrebelsky e Rodotà al confronto, ma ''l'importante è che non sia solo un dibattito accademico'': ''Loro fanno i professori, noi abbiamo la responsabilità delle scelte''.
"Niente di nuovo sotto il sole: ringrazio il ministro Boschi di darmi atto di una coerenza di impostazione e quindi di non piegare le convinzioni sui cambiamenti alla Costituzione alle contingenze politiche del momento. E' la replica del senatore Pd Vannino Chiti. "E' evidente a tutti che la riforma del Senato proposta dal governo non ha niente a che vedere con il Bundesrat", sottolinea Chiti.
"In ogni caso confermo che se in Italia, come in Germania, si andasse verso un federalismo solidale, la soluzione rigorosa del Bundesrat, e cioè la presenza dei soli governi regionali con voto unitario, sarebbe per me assolutamente accettabile", spiega ancora Chiti sottolineando come, "naturalmente, dovrebbe essere sul modello tedesco anche la legge elettorale per la Camera dei Deputati. La Costituzione va vista nel suo insieme: esige equilibri tra le istituzioni e tra i poteri".
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