"Mi spiace che alcuni commenti soprattutto di esponenti del nuovo centrodestra, preferiscano strumentalizzare una riflessione che ho sviluppato con l'intenzione di essere il più possibile onesto e obiettivo, piuttosto che concorrere ad una ricerca e ad una auto analisi che dovrebbe riguardare tutti coloro che credono ad una democrazia che contempli uno schieramento liberale alternativo ad una sinistra democratica". Lo dice Sandro Bondi.
L'intervenvto su La Stampa. Il centrodestra non è solo ''diviso'', ma è soprattutto ''privo di una strategia per il futuro''. Tutto è ''affidato più ancora che nel passato al carisma di Berlusconi'', ma ''resta un gigantesco problema che riguarda l'identità del centrodestra in Italia''. Lo scrive Sandro Bondi, ex ministro della Cultura ed ex coordinatore del Pdl, in un intervento sulla Stampa in cui invita Berlusconi a dire ''chiaramente che se Renzi farà delle cose giuste lo sosterrà e che lo criticherà o lo avverserà con fermezza solo se non manterrà fede alle sue promesse di cambiamento e di modernizzazione dell'Italia''. ''Renzi - spiega Bondi - rappresenta senza dubbio la prima vera cesura nella sinistra italiana rispetto alla sua tradizione comunista. Anzi, la sinistra di Renzi si colloca oltre la tradizionale socialdemocrazia europea, ed è più simile alla sinistra liberal americana di Obama e al nuovo labour party di Blair''. ''Un'autentica rivoluzione liberale Berlusconi non ha potuto farla perché i suoi principali alleati, da Fini a Casini, da La Russa a Bossi erano tutto fuorché liberali''. ''La forza di Renzi nasce in fondo dal fatto di proporsi di realizzare quel cambiamento e quella modernizzazione che il centrodestra non può dichiarare di aver realizzato pienamente. Per queste ragioni il centrodestra dovrà scegliere, soprattutto dopo l'esito delle elezioni europee, quale tipo di opposizione condurre al governo Renzi: contrastare il suo impeto riformatore e modernizzatore oppure incalzarlo e sostenerlo in un'opera di cambiamento dal cui fallimento nessuno beneficerebbe''.
Schifani (Ncd), Bondi dichiara fallimento partito - "Il lucido ragionamento svolto da Sandro Bondi nella lettera inviata a 'La Stampa' conferma la profonda confusione politica che attraversa Forza Italia, ma quello che è più stupefacente è la serenità con cui egli involontariamente dichiara l'implicito fallimento politico del suo partito". Lo afferma il presidente del Ncd Renato Schifani. "Infatti, dopo aver diviso traumaticamente il PdL e abbandonata la linea stabilita di cooperare, responsabilmente, in una situazione di assoluta emergenza, in un governo di coalizione con il centrosinistra, introducendo nel programma i valori e le proposte che qualificano l'area moderata rappresentata dal centrodestra, Forza Italia oscilla ormai tra l'estremismo più velleitario e il sostegno al progetto di Matteo Renzi, che, se certamente rappresenta una novità perché cerca di rompere con i residui del postcomunismo, permane, tuttavia, nell'ambito di uno schieramento alternativo a quello dei moderati che afferiscono al PPE. La riflessione di Bondi conferma la correttezza della linea politica del Nuovo centrodestra, che oggi ha, con il suo leader Angelino Alfano, il compito di ricostruire l'area dei moderati", conclude.
Mussolini, o si sta nel partito o fuori - "In questo momento o si sta nel partito o si sta fuori", altrimenti "fa un danno, è una frusta, una pugnalata ogni giorno". Lo sottolinea la senatrice FI Alessandra Mussolini, interpellata dai cronisti, sull'intervento di Sandro Bondi su 'La Stampa'. "Bondi lo sa, lui è una persona valida che è sempre stata nel partito e non ha mai espresso posizioni alla vigilia di una campagna elettorale: o siamo tutti uniti oppure ognuno fa le scelte che crede, altrimenti si fa un danno permanente", aggiunge Mussolini.
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