Ripensare ciò che si impara a scuola senza stravolgere il sistema di istruzione italiano. E' ambizioso l'obiettivo che si pone il Governo e per raggiungerlo avranno un ruolo non marginale le 150.000 assunzioni in arrivo dal 2015. Le novità in serbo per gli studenti sono parecchie, almeno nelle intenzioni.
Intanto, si pensa di portare musica e sport nella scuola primaria: 2 ore a settimana di educazione musicale nelle classi IV e V (a regime costerebbe 90 milioni di euro) mobilitando anche conservatori, enti lirici, bande civili e militari e 1 ora a settimana di educazione motoria dalla seconda alla quinta elementare (facendo sinergie con i finanziamenti europei e considerando che nel confronto con i 27 Paesi Ocse l'Italia è ultima per numero di bambini che praticano attività fisica moderata o intensa ogni giorno). Un capitolo importante riguarda lo studio delle lingue straniere: l'uso del Clil (in sostanza una materia insegnata in una lingua diversa dall'italiano), già obbligatorio dal prossimo anno per il quinto anno delle Superiori, sarà esteso a elementari e medie. E poi più storia dell'arte (da rafforzare soprattutto nel biennio di licei e istituti turistici, con un costo di circa 25 milioni per 2 ore a settimana), più informatica (sollecitando i ragazzi a essere produttori digitali nelle Superiori) e più economia (oltre la metà degli studenti si attestano su un livello di comprensione dei meccanismi economici e finanziari ben al di sotto della media dei paesi europei). Tutti interventi che fanno perno sul rilancio dell'autonomia scolastica grazie a un organico funzionale rafforzato, a una maggiore mobilità dei docenti e, soprattutto, a risorse certe (stabilizzando le dotazioni del Mof ma anche attingendo - almeno 800 milioni per il settennio 2014-2020 - da risorse europee).
Ma tra i banchi le novità saranno anche altre: l'obbligo dell'alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni degli istituti tecnici con l'estensione di un anno nei Professionali (almeno 200 ore l'anno, passando dagli 11 milioni di euro stanziati nel 2014 a 100 milioni); la diffusione della Bottega-scuola per tramandare mestieri artigianali fondamentali per il Made in Italy ma a rischio estinzione; la diffusione, attraverso protocolli ad hoc, del programma sperimentale di apprendistato negli ultimi due anni della scuola superiore.
Il Governo "apre", infine, ai privati consapevole che le risorse pubbliche non saranno mai sufficienti a colmare le esigenze di investimenti nella nostra scuola. E allora bonus fiscale (School bonus) per fondazioni e imprese che investono nell'istruzione, School Guarantee per le aziende che foraggiando istituti tecnici o professionali riescono a creare occupazione giovanile, crowdfunding (per ogni euro o due euro messo dai cittadini su determinati progetti lo Stato ne metterà a disposizione un altro).
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