Risolvere al più presto il caso marò: il primo pensiero del neoministro degli Esteri Paolo Gentiloni, insediatosi alla Farnesina, è andato ai due fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, con cui ha subito parlato al telefono dal suo nuovo ufficio. Gentiloni, il giorno dopo il giuramento al Quirinale, è arrivato alla Farnesina intorno alle 9.30, accolto dal segretario generale della Farnesina Michele Valensise. Poi, il saluto con Federica Mogherini, che gli ha lasciato il testimone prima di trasferirsi a Bruxelles alla guida della Pesc. Grandi sorrisi ed un abbraccio caloroso, poi il passaggio di consegne, durato circa tre ore, nel corso delle quali i due hanno avuto uno scambio di vedute sulle principali aree di crisi e sui prossimi appuntamenti internazionali.
Gentiloni, nel ringraziare il nuovo Alto rappresentante per la politica estera Ue, che si insedierà lunedì, si è subito messo al lavoro sui dossier prioritari. A cominciare appunto dal caso dei due marò bloccati in India da quasi tre anni, anche se Latorre è rientrato temporaneamente in Italia per motivi di salute. "Le prime due telefonate sono state a loro", ha riferito il ministro ai giornalisti uscendo dalla Farnesina, "per salutarli e per rinnovargli la continuità dell'impegno del governo". Un impegno che, ci ha tenuto a precisare, "è in cima alla nostra agenda", "del presidente del Consiglio e dei ministri degli Esteri e della Difesa".
Latorre, che è rientrato in Italia a settembre con un permesso speciale di quattro mesi dopo un ictus, ha risposto auspicando all'ANSA che la data dell'insediamento di Gentiloni, nel giorno di Ognissanti, possa essere "di buon auspicio per la soluzione della vicenda". Lo spinoso dossier, che si trascina da due anni e nove mesi, è stato già affrontato da tre ministri, provocando le levate di scudi soprattutto della destra. Il presidente di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale Giorgia Meloni ha polemicamente invitato Gentiloni, dopo aver chiamato i due fucilieri di Marina, a fare anche "qualche telefonata utile per riportarli a casa".
Oltre al capitolo marò, Gentiloni ha affrontato con Lady Pesc questioni come "le crisi in Medio Oriente, soprattutto la Libia", tradizionale interesse strategico italiano, e quanto succede alla periferia orientale dell'Europa, con le "tensioni tra Russia e Ucraina", su cui l'Italia è stata tra gli attori che più hanno lavorato per un dialogo tra le parti. Gentiloni, su questi fronti, ha già spiegato che si muoverà "in continuità con i governi precedenti", come anche sul futuro della politica europea, che il nostro Paese immagina maggiormente capace di parlare con una voce sola.
Proprio a Bruxelles, Gentiloni affronterà il suo primo, importante debutto: al Consiglio Affari Esteri, in programma il 17 novembre. Per portare avanti una politica estera "all'altezza del grande Paese che è l'Italia", come lui stesso ha sottolineato dopo il giuramento dal presidente Napolitano. La prima giornata alla Farnesina di Gentiloni si è conclusa intorno alle 17. Solo una breve pausa, in mezzo ai colloqui con Mogherini, Valensise ed il capo di gabinetto Ettore Sequi e lo studio dei dossier, per mangiare un po' di pizza. Il primo appuntamento ufficiale da ministro è in programma il 6 novembre alla Camera per una riunione dell'Unione Interparlamentare.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA