Il Csm interviene sulla Riforma che introduce la responsabilità dei giudici e i timori espressi dall'Anm. "Le preoccupazioni della magistratura vanno ascoltate" ha detto il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che ha aggiunto: 'Il Csm si candida a monitorare gli effetti della nuova normativa sulla responsabilità civile dei magistrati'. Legnini ha spiegato che in particolare l'intenzione è di verificare se "l'autonomia, l'indipendenza e la serenità dei magistrati siano incise" dalla nuova normativa. La volontà del Consiglio superiore è anche quella di "accertare già in una prima fase se effettivamente (come temiamo) ci sia un eccesso nel ricorso alle azioni risarcitorie", spiega Legnini, annunciando che proporrà dunque al Csm, ma anche al ministro della Giustizia Orlando, "di fare una verifica attenta perché le preoccupazioni dei magistrati non vanno sottovalutate".
Cambiano le regole sulla responsabilità civile dei magistrati. La riforma, di cui si parla da anni, passata a larga maggioranza alla Camera, è legge. Matteo Renzi esulta con un tweet: "Anni di rinvii e polemiche, ma oggi la responsabilità civile dei magistrati è legge!". E' "un passaggio storico. La giustizia sarà meno ingiusta e i cittadini saranno più tutelati", sintetizza il ministro della Giustizia Andrea Orlando. Per far procedere un testo che investe una materia su cui pende una procedura d'infrazione in sede Europea per mancata applicazione del diritto comunitario e per la quale l'Italia rischiava di pagare una multa stimata in 37 milioni, il governo ha dato parere negativo a tutti gli emendamenti. Il testo è passato con 265 sì, 51 no e 63 astenuti. Astenuti Lega, Fi, Sel, Fdi e Alternativa Libera. M5S ha votato contro. Ma l'applicazione della nuova norma - e lo ammette lo stesso ministro della Giustizia Andrea Orlando - andrà monitorata nel concreto.
Non si fermano le polemiche
Per l'Anm è una riforma contro garanzie cittadini - La legge sulla responsabilità civile dei magistrati è "una riforma contro le garanzie dei cittadini": lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli, secondo cui la parte "più forte" potrà "alterare l'equilibrio di un processo". Con la riforma, ha aggiunto Sabelli intervistato da Sky, "la politica dice: di fronte alla corruzione, il primo problema in Italia è costituito dai magistrati". "Tanti anni di polemiche e il presentare la riforma della responsabilità civile come lo strumento magico che trasformerà in buona la giustizia del Paese provocherà nell'immediato un aumento dell'azioni civili". Il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, intervistato da Sky, conferma le fosche previsioni dei giudici sull'aumento delle richieste di risarcimento. Sabelli contesta la tesi che ha portato ad abolire il filtro di ammissibilità sui ricorsi: "non è vero che il filtro ha bloccato la maggior parte delle azioni civili, ma una percentuale che varia dal 20 al 40%. La maggior parte è stata invece dichiarata infondata all'esito del giudizio". Adesso con la nuova legge "l'azione inammissibile che prima veniva bloccata subito, sarà dichiarata infondata alla fine del giudizio, con il rischio di ricusazioni sul processo in corso". Per il leader dell'Anm sono inappropriati i paragoni con la responsabilità dei medici, perché "il giudice ha di fronte due parti e ad una viene necessariamente dato torto e questa parte sarà portata a reagire". La riforma della responsabilità civile dei magistrati non avrà impatto sulla vicenda Eternit" perchè in quel processo sono state date due interpretazioni diverse sulla decorrenza della prescrizione "senza che si possa dire che una sia sbagliata". lo ha spiegato il presidente dell'Anm Rodolfo Sabelli,intervistato da Sky. Tuttavia ,secondo il leader dell'Anm, "nulla potrà impedire che comunque l'azione risarcitoria venga esercitata, anche se nessun magistrato potrà essere condannato, perchè non c'è stato alcun errore. Ma quell'azione civile produrrà comunque la pendenza di un giudizio".
Troppe "falsità" sulla riforma della responsabilità civile dei magistrati, le cui norme sono "finalizzate a intimidire i giudici, indurli a decisioni poco coraggiose, più favorevoli alle parti processuali 'forti' e dotate dei mezzi per agire in giudizio nei loro confronti, meno attente ai diritti per le parti processuali più deboli". Ad osservarlo è Magistratura democratica, la corrente di sinistra dei giudici, che mette tra le falsità il fatto che "la riforma sia voluta dall'Europa", visto che invece "in molti paesi europei nemmeno esiste la responsabilità civile dei magistrati". Un'altra falsità è "che finalmente ora anche i magistrati paghino per i loro errori, visto che i magistrati sono sempre stati assoggettati a responsabilità penale, contabile, civile e disciplinare, anche troppo veementemente esercitata nei loro confronti". I magistrati "non possono tacere", secondo Md, nemmeno "di fronte alle parole del Ministro che si è detto contento perché finalmente i cittadini avranno tutela, come se finora i cittadini non l'avessero avuta dai magistrati italiani. Ci chiediamo cosa aspettino i magistrati, che ad ogni livello e con ogni responsabilità lavorano al ministero della Giustizia, a spiegare tutto ciò al ministro".
Con la riforma della responsabilità civile "il rischio viene dall'eliminazione del filtro, perché farà sentire tutti i soccombenti in diritto di citare i giudici per cercare di recuperare le cause perse, con un aumento del contenzioso civile". E "con il rischio di condizionare l'indipendenza dei magistrati", soprattutto quando sono in gioco forti soggetti economici, in grado di usare le nuove norme come "strumento di pressione". Lo ha detto a margine di un'audizione alla Camera il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti. L'aumento dei ricorsi e del contenzioso civile è "in controtendenza con gli interventi deflattivi attuati dal governo", ha rilevato Roberti. "Il soggetto che ha le risorse economiche per arrivare fino alla corte Ue - ha spiegato il magistrato - e può portare le cause all'infinito, proverà in tutti i modi" a ottenere un risarcimento e questo "rischia di condizionare l'indipendenza dei giudici, che potrebbero essere portati ad appiattirsi" nell'interpretazione della giurisprudenza. "Una responsabilità civile così, priva di filtri valutativi - ha aggiunto, prospettando un altro pericolo - rischia di coniugarsi con un'altra recente modifica introdotta, quella per cui negli studi legali possono entrare le società di capitale, che potranno sicuramente dare un apporto, anche con manovre di tipo dilatorio, per cercare di ribaltare le sentenza passate in giudicato. E questo può essere uno strumento di pressione".
"Valuteremo laicamente gli effetti - assicura il Guardasigilli - e siamo pronti a correggere alcuni punti". Un 'tagliando' a posteriori, quindi, non è da escludere. "Ma ritengo che sarà sufficiente la giurisprudenza a chiarire che molti dei pericoli paventati non hanno riscontro", sottolinea Orlando. Rischi quali la pioggia di ricorsi, ora che non serve più una passaggio preventivo per valutarne l'ammissibilità; e che il travisamento del fatto e della prova rientra fra le ipotesi per cui chiedere i danni. La nuova legge riforma la legge Vassalli del 1988 mantenendo però l'impostazione di responsabilità indiretta: il cittadino cita lo Stato che può rivalersi nei confronti del giudice. Ma rispetto alla Vassalli, viene ampliata la possibilità per il cittadino di fare ricorso; si innalza la soglia economica di rivalsa del danno, che può arrivare fino alla metà stipendio del magistrato; viene eliminato il filtro di ammissibilità dei ricorsi; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove. Un punto che, insieme al filtro, ha fatto discutere anche oggi, soprattutto i Cinque Stelle, che pure al Senato avevano votato a favore, facendo un'apertura di credito rispetto alle garanzie di migliorare il testo alla Camera, ha spiegato oggi il deputato M5S Alfonso Bonafede. Ma la legge - aggiunge - è "una intimidazione ai magistrati".
"Rifiuto l'argomento dell'intimidazione", ha risposto in Aula il ministro. "A chi parla del travisamento dei fatti e delle prove come di un'estensione impropria, dico che questa è un'indicazione europea, e non produce un automatismo sul magistrato, che può essere chiamato in causa solo in caso di negligenza inescusabile".
Di fatto nella relazione che accompagna il testo sono stati inseriti "dei correttivi, degli elementi di chiarificazione - ha spiegato la presidente della Commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti - che sulla base di un'interpretazione costituzionalmente orientata, esplicitano che il danno c'è solo nel caso in cui il travisamento sia 'macroscopico e evidente'". Aggiunta che dovrebbe bastare a "blindare il testo", assicura Ferranti. Altro punto discusso, il filtro. "E' il fiore all'occhiello del ddl", aveva sintetizzato il viceministro alla Giustizia Enrico Costa nel pomeriggio, prima dell'Aula, subito dopo la riunione del Comitato dei nove. I Cinque Stelle paventano ora una pioggia di ricorsi contro le sentenze dei giudici, un effetto boomerang con i tribunali intasati. Ma Costa e il governo non la pensano così. E soprattutto, ricorda Costa, che definisce il testo "equilibrato e rispettoso dell'autonomia della magistratura", il filtro ha finora, di fatto, sterilizzato la norma, e "ha portato a risarcimento un numero di cause bassissimo, stimato tra 4 e 7, non di più".
I punti della riforma - Ampliamento delle possibilità di ricorso da parte del cittadino, innalzamento della soglia economica di rivalsa fino a metà stipendio, superamento del filtro, obbligo di azione in caso di negligenza grave. Sono le novità principali del testo sulla responsabilità civile dei magistrati che riforma la legge Vassalli.
RESPONSABILITA' INDIRETTA - Resta fermo il principio per cui è lo Stato che risarcisce direttamente i danni della 'malagiustizia' potendo solo in seconda battuta rifarsi sul magistrato. Il cittadino che ha patito un danno ingiusto, in altri termini, potrà esercitare l'azione risarcitoria esclusivamente nei confronti dello Stato.
OBBLIGO DI RIVALSA - L'azione di rivalsa dello Stato diventa obbligatoria. Il risarcimento al magistrato dovrà essere chiesto entro due anni dalla sentenza di condanna nel caso di diniego di giustizia o quando la violazione è stata determinata da dolo o negligenza inescusabile. Quanto all'entità della rivalsa, cresce la soglia attualmente fissata a un terzo: il magistrato risponderà ora con lo stipendio netto annuo fino alla metà. Se vi è dolo, l'azione risarcitoria è però totale.
SOPPRESSIONE DEL FILTRO - Niente più controlli preliminari di ammissibilità della domanda di risarcimento contro lo Stato. L'attività di 'filtro' (verifica dei presupposti e valutazione di manifesta infondatezza) oggi affidata al tribunale distrettuale è cancellata.
CONFINI DELLA COLPA GRAVE - Si ridefiniscono e integrano le ipotesi di colpa grave. Oltre che per l'affermazione di un fatto inesistente o la negazione di un fatto esistente, scatterà la colpa grave in caso di violazione manifesta della legge e del diritto comunitario e in caso di travisamento del fatto o delle prove. Colpa grave sarà anche l'emissione di un provvedimento cautelare personale o reale al di fuori dei casi consentiti dalla legge o senza motivazione.
TRAVISAMENTO FATTO O PROVE - I lavori parlamentari, richiamandosi a un'interpretazione costituzionalmente orientata della norma, hanno chiarito come il 'travisamento' rilevante ai fini della responsabilità civile del magistrato sia unicamente quello macroscopico ed evidente, tale da non richiedere alcun approfondimento di carattere interpretativo o valutativo. CLAUSOLA SALVAGUARDIA - Viene ridelineata la portata della 'clausola di salvaguardia': pur confermando che il magistrato non è chiamato a rispondere dell'attività di interpretazione della legge e di valutazione del fatto e delle prove, si escludono espressamente da tale ambito di irresponsabilità i casi di dolo, di colpa grave e violazione manifesta della legge e del diritto della Ue.
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