La Lega Nord si spacca e riapre la partita delle Regionali in Veneto. Lo scontro tra Matteo Salvini e Flavio Tosi, culminato di fatto nell'espulsione del sindaco di Verona dal Carroccio ed arricchito da un nuovo botta e risposta a distanza, si trasferisce sul campo di battaglia del voto per la conquista della Regione. Il primo cittadino di Verona ufficialmente non scioglie ancora la riserva - "Mi prendo due giorni per decidere", spiega - ma la sua candidatura in contrapposizione a quella di Luca Zaia appare scontata. Il segretario leghista, invece, punta tutto proprio sul governatore uscente che, a sua volta, mostra sicurezza: "Una candidatura di Tosi? Ognuno, nella sua vita, fa quel che vuole ma io non la temo". I nervi sono tesi. Tosi accusa Salvini di aver "creato e voluto questa rottura che rischia di danneggiare il centrodestra e favorire il centrosinistra. Secondo me voleva il controllo dittatoriale della Lega Nord, e di questo si assume la responsabilità". Da Strasburgo il segretario prova a chiudere le polemiche: "Non rispondo a chi insulta", dice con l'intento di evitare che il caso Tosi divenga l'argomento principale della prossima campagna elettorale veneta. La "bega", come l'hanno definita nel partito in questi giorni, rischia di rovinare i piani leghisti. Angelino Alfano osserva con interesse l'evoluzione delle vicende interne al Carroccio. Il leader di Ncd ha già in tasca un accordo con Tosi ed è anche riuscito a ricompattare il partito sul territorio, tenendolo lontano dalle sirene di un'alleanza con Zaia attraverso il sotterfugio di liste civiche. Resta alla finestra la candidata del Pd Alessandra Moretti che spera di poter trarre vantaggio dalle divisioni interne al centrodestra. La "faida" veneta contagia anche il Parlamento: una pattuglia di fedelissimi del sindaco sarebbe disponibile a lasciare i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato. "Ci stiamo pensando ma dobbiamo riunirci e pensare bene", spiega la senatrice Patrizia Bisinella che parla di "sette-otto" parlamentari pronti al salto. Probabile, se il progetto dovesse concretizzarsi, che i fuoriusciti leghisti (una novità nella storia del Carroccio) approdino al gruppo Misto anche se i centristi di Alfano hanno spalancato le porte ad un loro arrivo. E' il momento della conta sia in Parlamento che sul territorio. Il neocommissario della Liga Veneta Giampaolo Dozzo avrà il compito di stilare le liste dei candidati per le Regionali: dovrà trovare un'intesa anche con Zaia. I rapporti tra i due non sono dei migliori dal 2008, quando l'attuale governatore fu nominato ministro dell'Agricoltura del governo Berlusconi bruciando proprio Dozzo. I due avversari potrebbero tornare a collaborare in chiave anti-Tosi. Il sindaco si è già organizzato: in consiglio regionale siedono due suoi fedelissimi che hanno lasciato il gruppo della Lega per creare "Impegno per il Veneto". Non si tratta di una mossa causale. In base alla legge regionale veneta, i consiglieri avranno la possibilità di presentare una lista Tosi per le prossime regionali senza dover raccogliere le firme. E la prossima settimana i sostenitori del sindaco ribelle scenderanno in piazza per mostrare i muscoli: l'appuntamento è per martedì a Verona (anche se la data potrebbe essere cambiata) per partecipare alla manifestazione "Siamo con Tosi".
Pubblicazione di Matteo Salvini.
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