Il via libera del ddl anticorruzione prima delle regionali sembra cosa fatta. "Ci sono tutte le condizioni", dice il ministro della Giustizia Orlando. A precederlo, lo stesso premier Renzi: "L'anticorruzione sarà legge in una questione di giorni", afferma in un'intervista. Parole che marcano un risultato politico per quella che è una legge-bandiera da portare a casa prima delle elezioni di fine mese. L'orizzonte temporale più probabile per l'approdo in Aula alla Camera e il via libera, è tra 20 e 22 maggio.
Ma c'è un 'ma': perché l'altra parte della maggioranza, Area popolare, ossia il blocco Ncd-Udc, vuole ridurre i tempi della prescrizione e chiede modifiche al testo in discussione al Senato. "Per ora in commissione Giustizia alla Camera il testo anticorruzione passa così com'è - sintetizza il vice ministro Enrico Costa (Ap) - ritireremo gli emendamenti. Ma nelle more tra questo passaggio e l'Aula, si concorderanno modifiche al testo sulla prescrizione".
Un iter che Orlando conferma: "Faremo un approfondimento, ci sono le condizioni per ritocchi che armonizzino i due testi". E giovedì 14 il ministro ha convocato una nuova riunione coi capigruppo di maggioranza su corruzione e prescrizione.
Ma qual è il punto? Il ddl anticorruzione aumenta le pene: per la corruzione, la massima passa da 8 a 10 anni. Nel contempo, il ddl prescrizione prevede che per la corruzione il termine di prescrizione di 10 anni, conteggiato sulla pena massima, sia aumentato della metà; c'è poi l'aumento di 1/4 in caso di effetti interruttivi legati alle indagini. E c'è la misura generale che ferma il decorrere della prescrizione per 2 anni dopo la condanna in primo grado e per uno dopo l'appello. Questo - osserva Ap - può portare la prescrizione per la corruzione fino a 21 anni e 9 mesi. "E se in questo meccanismo incappa un innocente?", è la domanda. Il Pd - e Orlando lo ha ribadito - punta invece su una specificità dei reati di corruzione che, scoperti spesso molti anni dopo essere stati commessi, necessitano di prescrizione lunga. E vorrebbe che alla pena massima si aggiungesse se non la metà, almeno 1/3. Oggi, intanto, il Pd incassa un punto sul ddl corruzione.
Tra l'altro, i 5 deputati di Forza Italia non si sono presentati in commissione facendo decadere i propri emendamenti, mentre quelli di M5s, dalle intercettazioni sul falso in bilancio al Daspo ai politici corrotti, sono stati bocciati. "Ci sono tutte le condizioni perché il ddl sia legge già la prossima settimana. I corruttori d'ora in poi avranno vita dura", commenta Donatella Ferranti, presidente Pd della commissione Giustizia della Camera. "E' un testo robusto - aggiunge il responsabile giustizia Pd David Ermini - oltre alla reintroduzione del falso in bilancio, c'è un aumento di pene minime e massime, il patteggiamento solo dopo la restituzione del maltolto e ci si potrà avvalere del contributo dei collaboratori". Al termine di un incontro di circa 3 ore a via Arenula, è il presidente dei senatori di Ap, Renato Schifani, ad annunciare che Area popolare "ritirerà gli emendamenti in commissione". A partire da quello sul falso in bilancio, che puntava a rendere meno rigide le regole per le piccole imprese escludendo la procedibilità d'ufficio. Una modifica, però, che "Ap ripresenterà per l'Aula", specifica Schifani. Anche così, alla Camera i numeri per il varo definitivo del testo, il Pd li ha. Diverso il discorso al Senato, dove Ap giocherà la proprie carte sulla prescrizione.
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