Saranno i risultati delle regionali a determinare nuovi rapporti di forza, altri scossoni nel centrodestra ed eventuali passaggi da un gruppo all'altro. Ma intanto Raffaele Fitto taglia il cordone ombelicale con Silvio Berlusconi e lancia la sua associazione "Conservatori e riformisti".
Senza troppo porsi la questione di trasformare le sue truppe in gruppi in Parlamento (anche perche', per ora, l'europarlamentare pugliese non ne ha i numeri) ma con l'intento di dare ai 33 deputati e senatori che lo seguono una nuova prospettiva politica, nel solco dei conservatori inglesi di David Cameron e del gruppo Ecr dei Conservatori e Riformisti in Parlamento europeo. "Senza rancore", lo strappo con Forza Italia è consumato. La strada da fare è tanta, in vista delle primarie per le politiche del 2018, e l'unico lasciapassare che Fitto chiede ai suoi futuri compagni di viaggio (Verdini incluso) è rispetto di regole, contenuti ed una posizione nettamente alternativa a Renzi. Proprio questo rende difficile l'avvicinamento a Denis Verdini, che con Renzi è in stretto contatto (ma che nelle ultime settimane si è anche molto sentito con Fitto).
Intanto le manovre nel centrodestra sono in pieno regime. Silvio Berlusconi continua a mostrare disinteresse verso i suoi ex delfini ("Al momento non vedo nessuno che abbia il carisma necessario", li liquida) e ripete di voler fare il 'padre nobile' dei moderati. Ma l'assetto di Milan ed azienda sembrano in realtà occupare i pensieri del Cav molto più della politica. In attesa di vedere quanti proseliti farà il 'british style' di Fitto, Angelino Alfano rivendica di aver detto molto prima di Raffaele che "tra Salvini e Renzi c'è uno spazio ampio da riempire".
E Fabrizio Cicchitto, di Area Popolare, osserva che per poter parlare di primarie prima dovrà esserci "reale omogeneità politica". Quella che manca sulla scena del centrodestra. La nuova legge elettorale obbliga all'aggregazione, e dunque vari attori si fanno largo con la propria ricetta per rifondare il centrodestra. Emerge da un lungo silenzio anche l'ex leader di An Gianfranco Fini - che ha messo in campo la fondazione Liberadestra - convinto però che la soglia di sbarramento al 3% dell'Italicum favorirà non certo la nascita di un partito unico ma piuttosto quella di un cartello elettorale. E sprona tutti a "definire un'idea", ad "individuare una serie di questioni con cui creare una politica di centrodestra da contrapporre a Renzi", ancora prima di porsi il problema della leadership.
Fittiani si organizzano, si contano in attesa gruppi
Una trentina i parlamentari Conservatori, divorzi nei territori
Raffaele Fitto annuncia la costituzione dei "Conservatori e riformisti" ma non ufficializza ancora l'addio a Forza Italia né la costituzione di nuovi gruppi in Parlamento. Ma una pattuglia di 'fittiani' sarebbe già pronta a seguirlo e se non si è ancora costituita in Gruppi potrebbe essere solo questione di tempo. "E' l'ultimo dei problemi", mette le mani avanti l'europarlamentare che tuttavia allo stato non avrebbe ancora tutti i numeri per costituire gruppi autonomia sia alla Camera sia al Senato. Se infatti a Palazzo Madama servono 10 senatori per fondare un gruppo e Fitto potrebbe già contare su un numero maggiore di aderenti, circa 12, è a Montecitorio che, per un soffio, circa un paio di deputati, l'ex governatore pugliese potrebbe non farcela. "Fitto sta trascinando alcuni verso un'avventura dai contorni oscuri, ma credo che sarà in difficoltà anche solo a reperire 10 persone qui al Senato per fare un eventuale gruppo" lo avverte il capogruppo di FI Paolo Romani che già prevede: "Non credo che molti senatori lo seguiranno visto che credo che loro vorranno restare a Palazzo Madama". Smentisce, invece, una delle possibili new entry alla Camera, Basilio Catanoso, dato dalle indiscrezioni come possibile aderente alla nuova formazione. '
'Non sono affatto corteggiato da Fitto" assicura. La truppa dei fedeli, tuttavia, ha ora messo la sua firma nero su bianco in calce a quello che si può definire il manifesto da cui tra origine la nuova formazione dei 'Conservatori'. Quelli che a fine aprile avevano firmato la lettera pubblicata su The Telegraph a sostegno della campagna elettorale di Cameron. Si tratta di una trentina di parlamentari di cui 16 siedono a Montecitorio e 12 a palazzo Madama. Alla Camera siede ad esempio l'ex ministro Francesco Saverio Romano, uno dei primi a manifestare disagio nei confronti del cerchio magico dell'ex Cavaliere. Con Fitto stanno anche Maurizio Bianconi, avvocato aretino in Parlamento dal 2008 ed ex tesoriere del Pdl, Gianfranco Chiarelli, a suo tempo rimosso da Renato Brunetta da capogruppo in Commissione giustizia. C'è Daniele Capezzone, ex portavoce del Pdl, Fabrizio Di Stefano, la deputata di Afragola Giuseppina Castiello e ancora Pino Galati, Pietro Laffranco, Cosimo Latronico e il toscano Guglielmo Picchialla, alla Camera dal 2006. Con Fitto anche il folto gruppo dei pugliesi. Tra loro Nuccio Altieri. Era il secondo dei non eletti alla Camera in Puglia alle elezioni del 2013; davanti a lui c'erano Nicola Ciracì e Antonio Leone. Ciracì ha preso il posto di Fitto quando ha scelto il parlamento europeo, mentre Leone, avvocato cassazionista di Putignano, eletto al CSM ha lasciato il posto ad Altieri. Con loro stanno ancora il deputato barese Antonio Distaso, Benedetto Fucci, ex coordinatore provinciale del Pdl della provincia di Barletta, Andria, Trani.
Il leccese Roberto Marti e il chirurgo Rocco Palese, sfidante di Vendola alle regionali del 2010. A palazzo Madama, invece, è della pattuglia la senatrice veronese Cinzia Bonfrisco, i senatori Luigi D'Ambrosio Lettieri, e Tito Di Maggio, Pietro Liuzzi, Eva Longo, Antonio Milo, Lionello Marco Pagnoncelli, Luigi Perrone e Peppe Ruvolo. Con Fitto c'è anche Francesco Bruni, pugliese ex consigliere della Provincia di Lecce e Ciro Falanga, protagonista recentemente di una quasi rissa con il collega D'Anna sulle candidature campane. Tra i fittiani si collocano anche il foggiano Lucio Tarquinio e il brindisino Vittorio Zizza. Intanto, mentre in Puglia si consuma la prima rottura con Fi a Bari, dove in Comune Pasquale Finocchio e Fabio Romito a breve formalizzeranno l'uscita dal partito di Berlusconi. E la veronese Cinzia Bonfrisco, si racconta in ambienti locali azzurri, starebbe lavorando ad un esodo dei fittiani di Venezia di Forza Italia verso Flavio Tosi.
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