(di Francesco De Filippo)
Fine pena 5 dicembre 2017; intanto,
però, Hashi Omar Hassan, l'unico responsabile secondo la
giustizia italiana del duplice omicidio di Ilaria Alpi e Miran
Hrovatin è stato scarcerato dal penitenziario di Padova per
essere destinato ai servizi sociali fino alla scadenza della
condanna.
Hashi, come ha reso noto in una recente intervista all'ANSA,
probabilmente, una volta scontata l'intera pena, tornerà in
Somalia per "recuperare il tempo perduto". Non sarà la stessa
Somalia che ha lasciato una ventina di anni fa ma rimane
comunque il suo Paese, sebbene devastato dalle guerre che si
sono succedute negli ultimi vent'anni e più.
L' uomo, che oggi ha 41 anni, ha scontato in carcere 16 anni,
ha ottenuto 3 anni di sottrazione pena grazie all'indulto e ha
ottenuto la liberazione anticipata di 4 anni per buona condotta.
Ora, con la destinazione ai servizi sociali, sta cercando anche
un lavoro. L'accusa a suo carico è di concorso in omicidio per
la giornalista di Rai Tre Ilaria Alpi e il cameraman Miran
Hrovatin, freddati da un commando a Mogadiscio il 20 marzo 1994,
mentre erano a bordo di un pick-up Toyota che attraversava la
capitale somala, dopo essere tornati, da poco, da un incontro
fuori Mogadiscio con il sultano del Bosaso. Una Land Rover
tagliò loro la strada, ne discesero almeno 7 persone armate che
facendo fuoco uccisero Ilaria e Miran. Dopo una lunga serie di
indagini e di processi, con anche il coinvolgimento di una
Commissione parlamentare, Hashi fu condannato dalla Cassazione a
26 anni di carcere. Il suo grande accusatore era un altro
somalo, Ahmed Ali Rage, detto Jelle il quale, però, di recente
ha ritrattato tutte le sue dichiarazioni sostenendo di aver
mentito volontariamente perché pagato per farlo. Una confessione
che nell'interminabile storia di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, e
delle ragioni che portarono al duplice omicidio, potrebbe
riaprire ancora una volta il versante giudiziario. L'avvocato
che da sempre assiste Hashi, Douglas Douale, infatti, ha già
annunciato che la settimana prossima depositerà "tutti gli atti
alla Corte d'Appello di Perugia per chiedere la revisione del
processo". Un atto questo, che appare sufficientemente fondato
proprio sulla scorta degli ultimi avvenimenti.
Nell'intervista di febbraio scorso Hashi menziona, con una
certa vicinanza, un'altra protagonista della vicenda, Luciana
Alpi, la mamma di Ilaria. "Mi ha aiutato molto", ha ricordato
Hashi al giornalista.
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