"Qui si fa la storia. Il referendum di oggi è un evento unico, come il G8 di Genova nel 2001 o la caduta del muro di Berlino nel 1989. Non potevamo mancare".
Capelli corti, jeans, polo, il volto pulito ed un sorriso che lascia trasparire tutto il loro entusiasmo. Matteo e Tommaso, 19 anni da poco compiuti, sono forse i "manifestanti" italiani più giovani arrivati ad Atene ad assistere alla "vittoria del NO" al referendum sul piano dei creditori internazionali per gli aiuti alla Grecia.
Sono arrivati sabato sera ("Ci siamo pagati il biglietto da soli", tengono a precisare) per unirsi alla delegazione di sinistra formata da Sel, Stefano Fassina e Alfredo D'Attorre che segue l'esito del voto presso la sede di Syriza, il partito di Alexis Tsipras. "Volevamo esserci. Questa è la prima vera occasione in cui viene messo in discussione l'attuale sistema economico e politico attuale. E' una risposta all'inefficienza della sinistra rappresentata in Europa da Hollande, Schulz e Renzi", sottolinea Tommaso Sasso, studente al liceo Virgilio di Roma.
Le sue parole tradiscono passione politica. Una passione così forte che lo ha spinto a raggiungere Atene nel bel mezzo degli esami di maturità. "Rientriamo lunedì perché martedì mattina ho gli orali", spiega mentre legge alcune dispense.
Matteo Giordano, invece, è uno studente di Filosofia alla Sapienza. Con sé ha un libro di Emanuele Severino sui grandi pensatori greci. "Questo di Atene è un grande momento. Quello della sinistra greca è il primo tentativo di prospettare una società diversa, un modello innovativo. Il primo degli ultimi 30 anni", spiega. Entrambi hanno iniziato a "fare politica" con il Pd. "Ero iscritto dal 2010, avevo 14 anni. Poi sono uscito più o meno quando Fassina ha lasciato. Ormai non mi ci trovavo più", afferma Tommaso. Matteo nel Pd c'è ancora: "Sono segretario giovanile a Roma e segretario della consulta degli studenti a Roma".
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