"A trent'anni dal disastro di Stava - che trascinò con sé nel fango, cancellandoli, case, alberi, strade e ben duecentosessantotto vite umane tra turisti e abitanti - rivolgo un sentito saluto a lei, signor sindaco, al presidente Lucchi, che rappresenta con passione e dignità le famiglie delle vittime, alle autorità civili e religiose e a tutti gli intervenuti alla cerimonia odierna: una cerimonia improntata al ricordo, ma che è parte integrante di un più ampio itinerario di riflessione sui rischi ambientali e la loro prevenzione". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del trentesimo anniversario del disastro di Stava sottolineando che quello "non fu un fatto locale, sia pure di grandi dimensioni, ma fu una tragedia nazionale: e non solo perchè le vittime provenivano da ogni parte d'Italia, ma perchè la frana di Stava è diventata il simbolo di una errata concezione del profitto, dello sfruttamento della natura e di una colpevole e sorprendente catena di errori umani, dalle irreparabili conseguenze".
"Quella di Stava - prosegue Mattarella - fu una strage che poteva essere evitata, che si doveva evitare. La giustizia ha fatto il suo corso. Oggi non ci sono dubbi sulle responsabilità, ma nulla potrà mai restituire alla vita e agli affetti le duecentosessantotto persone inghiottite dall'acqua e dal fango, tra i quali molti bambini e ragazzi". "L'Italia - sottolinea - ha il dovere di ricordare quel sacrificio e di agire con decisione e competenza perchè simili tragedie non abbiano più a ripetersi. Abbiamo l'obbligo di rendere merito a chi, in quei giorni tristi, si è prodigato per i soccorsi e alla popolazione di Stava e di Tesero che ha reagito con dignità e spirito di solidarietà di fronte all'accaduto. E, infine, è giusto onorare l'impegno di chi si è battuto per far emergere la verità e di chi ha lottato per preservare la memoria di Stava e dei suoi morti innocenti. Gentile sindaco - conclude il capo dello Stato -, la prego di esprimere ai familiari delle vittime e a tutti i presenti le espressioni della mia solidarietà e della mia partecipe vicinanza".
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